Page 117 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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 altre città svizzere, come Zurigo, le donne erano escluse.
                   gia della morale, ponendo le premesse della medicina psi-
 L’ingresso della Rubinstein sarebbe stato il grimaldello  gia vitale» . E più profondamente ancora, in Genealo-
 per  cominciare  a  far  saltare  il  tabù,  così  la  pensava  cosomatica ancora di là da venire: «Tutti gli istinti che
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 Nietzsche.  In  un  plenum  della  facoltà  la  sua  mozione  non si scaricano all’esterno si ritorcono all’interno» . Il
 venne battuta per sei voti a quattro. Uno dei più accaniti  suo possente cervello sbarra la strada, in modo spietato,
 oppositori  fu  il  santone  Jacob  Burckhardt,  misogino  disumano, agli istinti che si vendicano somatizzando. E
 notorio.  Nietzsche  si  adopera  anche  perché  la  via  che  infatti  le  rarissime  volte  in  cui  Nietzsche,  uscendo  dal
 costeggia l’università sia chiusa al traffico delle carrozze  suo  mondo  esclusivamente  mentale,  si  lascerà  andare
 che col rumore delle ruote e i colpi di frusta dei cocchie-  alla vita e si distrarrà da se stesso, i disturbi scompari-
 ri disturbano le lezioni.  ranno quasi del tutto per riprendere appena rientra nel
 Ma non ha più tempo per occuparsi di simili questio-  suo guscio. D’altra parte è proprio questo meccanismo
 ni, la malattia non gli dà tregua: «Ogni due-tre giorni sto  che gli dà una straordinaria acutezza perché mentre via
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 a letto 36 ore»  scrive a Rohde che gli dà un’udienza  via lo isola dagli altri e dal mondo, lo costringe a con-
 distratta perché è alle prese con un amore infelice.  centrarsi, nel vuoto della sua vita, sul proprio pensiero
 A Natale, periodo sempre particolarmente critico per  che si avvita in spirali sempre più profonde. Nietzsche
 lui,  ha  un  vero  e  proprio  collasso.  Si  convince  che  la  sa anche questo: in una delle sue ultimissime pagine, al
 malattia è la stessa che ha portato alla tomba suo padre,  di là anche di Ecce homo, scrive: «Per quanto riguarda
 una qualche affezione al cervello. Scrive: «Mio padre è  la mia lunga infermità, non le devo infinitamente di più
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 morto a 36 anni di infiammazione cerebrale, è possibile  della mia salute? Le devo la mia filosofia» . Il successo
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 che io faccia anche più presto» . Così non può andare  del filosofo passa per lo scempio dell’uomo. Questo fu
 avanti. Ritornato a Basilea da Naumburg, dove ha pas-  il suo dramma.
 sato le sue atroci feste, chiede immediatamente di essere  Per  ritemprarsi,  ai  primi  di  marzo,  va  in  vacanza  in
 esonerato  almeno  dalle  lezioni  del  liceo.  L’Università  montagna, a Montreux, sul lago di Ginevra. Lo accom-
 accoglie la richiesta concedendogli un congedo provvi-  pagna il fido Gersdorff. È un inizio di primavera fred-
 sorio  fino  al  termine  del  semestre,  cioè  fino  a  Pasqua.  dissimo, con vento gelido, nevicate, tempeste, ma i due
 Ma  il  7  febbraio  deve  interrompere  anche  le  lezioni  non  rinunciano  a  farsi  camminate  di  sei  ore.  Torna  a
 universitarie.  La  situazione  è  così  allarmante  che  la  Basilea, la madre è ripartita ma c’è Elisabeth che si fer-
 madre  si  precipita  a  Basilea  per  capire  cosa  sta  succe-  ma in pianta stabile per essergli vicina e curarlo. Lavora
 dendo. Non lo capirà lei, povera donna, e non lo capi-  alla Quarta inattuale. Richard Wagner a Bayreuth. Come
 ranno i tanti medici che lo avranno sotto osservazione.  dimostrano i quaderni preparatori, con continue corre-
 Nietzsche sarà sottoposto a ogni genere di cura, senza  zioni, variazioni  di  piano,  temi elaborati  a  lungo  e  poi
 risultato. La sua misteriosa malattia non verrà mai indi-  lasciati  cadere,  è  un  lavoro  tormentatissimo,  non  solo
 viduata. Quello che andrà più vicino alla verità è pro-  per le sue pessime condizioni di salute e per la vista che
 prio Nietzsche quando nel luglio del 1888, a pochi mesi  va  sempre  peggio  (ad  aiutarlo,  come  amanuense,  c’è
 dall’esplosione  della  follia,  dirà:  «Io  non  soffro  affatto  adesso Heinrich Köselitz), ma perché gli costa uno stra-
 né di mal di testa, né di mal di stomaco, ma di un esau-  ordinario  sforzo  di  insincerità.  Si  tratta  infatti  di  uno
 rimento nervoso... derivante da una deficienza di ener-  scritto  propagandistico  destinato  all’inaugurazione  del




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