Page 122 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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e malinconico. Accusando un malessere, di cui si scusò
                                                                                          modante con se stesso, se avesse accettato la subordina-
                   con Wagner con un telegramma, se la svignò prima della                 burgo a New York, e se Nietzsche fosse stato più acco-
                   fine del Festival in compagnia di Paul Rée. La sua assen-              zione  a  Wagner,  peraltro  in  una  posizione  di  assoluta
                   za, come la sua presenza, non fu notata. Quello che era                eccellenza, da “numero due”, ne avrebbe tratto grandi
                   stato il “delfino” di Wagner, secondo nel cuore di Ri-                 vantaggi, sociali, economici, di status e la sua vita sareb-
                   chard solo a Cosima, era ormai diventato, nella baraon-                be stata infinitamente più facile e il suo destino di uomo
                   da  del  Festival,  un  ex.  Quando  se  ne  andò,  i  pochi           meno atroce. Ma non sarebbe mai nato il filosofo.
                   wagneriani  che  in  quei  giorni  avevano  avuto  qualche               Oltre  che  a  una  posizione  di  privilegio,  Nietzsche
                   contatto con lui tirarono un sospiro di sollievo, Cosima               diceva addio a un mondo affettivo, non solo a Richard
                   in testa, perché la sua aria scontenta, la sua incapacità di           ma  anche  a  Cosima  e  ai  bambini,  che  per  alcuni  anni
                   partecipare al gioco mondano, mettevano in imbarazzo                   aveva  rappresentato  la  sua  vera  famiglia  e,  sia  pur  fra
                   tutti.                                                                 tanti contrasti intellettuali e di carattere, a un patrimo-
                      Si  è  detto  anche  che  Nietzsche  abbandonò  Wagner              nio di affinità elettive, che non avrebbe mai più ritrova-
                   perché si era accorto che il Maestro stava per buttarsi                to. In  Nietzsche contra Wagner scriverà: «Io non avevo
                   decisamente  nelle  braccia  del  cristianesimo,  come  in             avuto nessun altro all’infuori di Richard Wagner... Sape-
                   effetti sarebbe avvenuto qualche tempo dopo col Parsi-                 vo... di essere condannato... a essere più profondamente
                                                                                                                                55
                   fal. Non si tratta nemmeno di questo: Nietzsche cono-                  solo di quanto lo fossi mai stato prima» .
                   sceva la partitura del Parsifal dal lontano 1869. La ragio-              Si sarebbero ancora visti e scritti, e il loro colloquio a
                   ne profonda è un’altra. Nietzsche sentiva, in modo lace-               distanza non sarebbe cessato nemmeno con la morte del
                   rante,  che  se  rimaneva  sotto  l’influenza  di  un  uomo            compositore, ma lasciando silenziosamente il Festival di
                   come Wagner, con una personalità così prepotente e sof-                Bayreuth  Nietzsche  perdeva  definitivamente  Richard
                   focante,  non  avrebbe  mai  potuto  sviluppare  la  sua.  In          Wagner e acquistava Paul Rée. Non era la stessa cosa.
                   Ecce homo scriverà: «Ciò che quella volta si decise in me
                   non fu precisamente una rottura con Wagner – io avver-
                   tii allora una generale aberrazione del mio istinto, della
                   quale l’errore singolo, si chiamasse Wagner o cattedra di                1  F. Nietzsche, Ecce homo, cit., p. 296.
                                                                                            2  C.P. Janz,  Vita di Nietzsche, cit., vol. , p. 429.
                   Basilea, era solo un sintomo... Vidi chiaramente che era                 3  F. Nietzsche, Epistolario (1850-1879), cit., vol. , pp. 434-435.
                   tempo, che ero all’ultima occasione di tornare a me stes-                4  Ibid., pp. 456-457.
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                   so» .                                                                    5  F. Nietzsche, Ecce homo, cit., p. 328.
                      Anche se per rompere gli ultimi indugi dovette aspet-                 6  Id.,  Aurora, Adelphi 1964, p. 269.
                                                                                            7  Testimonianza  di  Elisabeth  Förster-Nietzsche,  in  C.  Pozzoli,
                   tare  che  la  malattia  gli  desse  una  mano,  cosa  che  gli        Nietzsche, cit., p. 268.
                   consentì un’uscita di scena soft, senza scontri, com’era                 8  Carteggio Nietzsche Wagner, cit., p. 59.
                   nel suo carattere, non c’è dubbio che lasciare Wagner,                   9  Ibid., p. 96.
                   con  tutto  ciò  che  rappresentava,  fu  un  atto  di  grande           10  C. Wagner, Journal, cit., vol. , p. 236.
                                                                                            11  Ibid.
                   coraggio.  Wagner  era  diventato  ormai  una  potenza  in               12  F. Nietzsche, Epistolario (1850-1879), cit., vol. , p. 469.
                   Germania,  e  non  solo  in  Germania,  era  un  uomo  di                13  Id.,  Frammenti  postumi  1869-1874,  vol.  ,  Adelphi  1992,
                   fama  mondiale,  richiesto  in  tutto  il  mondo,  da  Pietro-         pp. 361-401.




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