Page 123 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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e malinconico. Accusando un malessere, di cui si scusò
modante con se stesso, se avesse accettato la subordina-
con Wagner con un telegramma, se la svignò prima della burgo a New York, e se Nietzsche fosse stato più acco-
fine del Festival in compagnia di Paul Rée. La sua assen- zione a Wagner, peraltro in una posizione di assoluta
za, come la sua presenza, non fu notata. Quello che era eccellenza, da “numero due”, ne avrebbe tratto grandi
stato il “delfino” di Wagner, secondo nel cuore di Ri- vantaggi, sociali, economici, di status e la sua vita sareb-
chard solo a Cosima, era ormai diventato, nella baraon- be stata infinitamente più facile e il suo destino di uomo
da del Festival, un ex. Quando se ne andò, i pochi meno atroce. Ma non sarebbe mai nato il filosofo.
wagneriani che in quei giorni avevano avuto qualche Oltre che a una posizione di privilegio, Nietzsche
contatto con lui tirarono un sospiro di sollievo, Cosima diceva addio a un mondo affettivo, non solo a Richard
in testa, perché la sua aria scontenta, la sua incapacità di ma anche a Cosima e ai bambini, che per alcuni anni
partecipare al gioco mondano, mettevano in imbarazzo aveva rappresentato la sua vera famiglia e, sia pur fra
tutti. tanti contrasti intellettuali e di carattere, a un patrimo-
Si è detto anche che Nietzsche abbandonò Wagner nio di affinità elettive, che non avrebbe mai più ritrova-
perché si era accorto che il Maestro stava per buttarsi to. In Nietzsche contra Wagner scriverà: «Io non avevo
decisamente nelle braccia del cristianesimo, come in avuto nessun altro all’infuori di Richard Wagner... Sape-
effetti sarebbe avvenuto qualche tempo dopo col Parsi- vo... di essere condannato... a essere più profondamente
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fal. Non si tratta nemmeno di questo: Nietzsche cono- solo di quanto lo fossi mai stato prima» .
sceva la partitura del Parsifal dal lontano 1869. La ragio- Si sarebbero ancora visti e scritti, e il loro colloquio a
ne profonda è un’altra. Nietzsche sentiva, in modo lace- distanza non sarebbe cessato nemmeno con la morte del
rante, che se rimaneva sotto l’influenza di un uomo compositore, ma lasciando silenziosamente il Festival di
come Wagner, con una personalità così prepotente e sof- Bayreuth Nietzsche perdeva definitivamente Richard
focante, non avrebbe mai potuto sviluppare la sua. In Wagner e acquistava Paul Rée. Non era la stessa cosa.
Ecce homo scriverà: «Ciò che quella volta si decise in me
non fu precisamente una rottura con Wagner – io avver-
tii allora una generale aberrazione del mio istinto, della
quale l’errore singolo, si chiamasse Wagner o cattedra di 1 F. Nietzsche, Ecce homo, cit., p. 296.
2 C.P. Janz, Vita di Nietzsche, cit., vol. , p. 429.
Basilea, era solo un sintomo... Vidi chiaramente che era 3 F. Nietzsche, Epistolario (1850-1879), cit., vol. , pp. 434-435.
tempo, che ero all’ultima occasione di tornare a me stes- 4 Ibid., pp. 456-457.
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so» . 5 F. Nietzsche, Ecce homo, cit., p. 328.
Anche se per rompere gli ultimi indugi dovette aspet- 6 Id., Aurora, Adelphi 1964, p. 269.
7 Testimonianza di Elisabeth Förster-Nietzsche, in C. Pozzoli,
tare che la malattia gli desse una mano, cosa che gli Nietzsche, cit., p. 268.
consentì un’uscita di scena soft, senza scontri, com’era 8 Carteggio Nietzsche Wagner, cit., p. 59.
nel suo carattere, non c’è dubbio che lasciare Wagner, 9 Ibid., p. 96.
con tutto ciò che rappresentava, fu un atto di grande 10 C. Wagner, Journal, cit., vol. , p. 236.
11 Ibid.
coraggio. Wagner era diventato ormai una potenza in 12 F. Nietzsche, Epistolario (1850-1879), cit., vol. , p. 469.
Germania, e non solo in Germania, era un uomo di 13 Id., Frammenti postumi 1869-1874, vol. , Adelphi 1992,
fama mondiale, richiesto in tutto il mondo, da Pietro- pp. 361-401.
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