Page 128 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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mente ingenuo – e Overbeck lo era solo un po’ meno –
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                   che come si era bevuto la storiella della Nielsen amica di             totale  assenza  dell’elemento  femminile  nella  vita  di  un
                   Mazzini e rivoluzionaria poteva bersi qualsiasi altra cosa             che in vita mia non sono stato mai tanto con degli uo-
                   e credere a un complotto. Come la mitomania, anche la                  mini come Ella fa a Basilea, la sera: se siete tutti degli
                   mania di persecuzione è un tratto presente, da sempre,                 ipocondriaci  la  faccenda  non  deve  essere  molto  diver-
                   nel carattere di Nietzsche e infatti esploderà nel manico-             tente.  A  quanto  pare  a  questi  giovani  mancano  delle
                   mio  di  Jena  dove  è  ossessionato  dal  sospetto  che  tutti        donne... Santo cielo! Sposi una donna ricca! Perché mai
                                                                                                                                10
                   congiurino contro di lui. Ma può anche darsi che colo-                 proprio Gersdorff deve essere un uomo!» . Richard so-
                   rando l’episodio “Nielsen” a tinte forti Nietzsche volesse             spettava Nietzsche di onanismo o di omosessualità e ne
                   in qualche modo far dimenticare la figura da babbeo che                aveva parlato anche con Cosima.
                   aveva fatto accettando la corte di una donna del genere,                 Sul capo di Nietzsche c’è quindi, da sempre, l’ombra,
                   oltretutto bruttissima. In ogni caso un rimedio peggiore               ammesso che sia tale, ma ai suoi tempi, quando il «Fuo-
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                   del male.                                                              ri» era molto di là da venire, lo era, dell’omosessualità .
                      Va da sé che la Nielsen, come ricorda anche Overbe-                 Certi rapporti, sia pur epistolari, con i suoi amici sem-
                   ck, era una “demente”, una povera pazza che non aveva                  brano suffragare questa ipotesi. A Rohde scrive: «Verrà
                   mai conosciuto Mazzini, tanto meno era una rivoluzio-                  il  tempo  in  cui  vivremo  più  a  lungo  insieme  e  l’uno
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                   naria, e in Italia era stata internata non in una prigione             dentro  l’altro» .  In  un’altra  lettera  rimprovera  l’amico
                   politica ma in un ospedale psichiatrico.                               perché  in  un  suo  libro  non  ha  messo  debitamente  in
                      Anche un’altra fan di Nietzsche, la contessa Diodati,               luce  il  fatto  che  il  vero  erotismo,  il  più  profondo,  è
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                   che aveva intrapreso, non si sa su quale base e con quale              quello  pederasta   e  Rohde  gli  risponde  diffondendosi
                   competenza, una traduzione della Nascita della tragedia,               sull’argomento.  È  vero  che  erano  entrambi  filologi  e
                   subì nell’aprile del 1876 un crollo psichico, non molto                studiosi della grecità, dove la pederastia era di casa, ma
                   diverso da quello che avrebbe avuto lo stesso Nietzsche                il tono del carteggio è parecchio ambiguo. Ancora più
                   una dozzina di anni dopo, e fu rinchiusa in manicomio.                 morboso è il rapporto con Paul Rée. All’inizio della loro
                   Nietzsche,  da  vivo  e  da  morto,  ha  sempre  attratto  gli         amicizia  Rée  gli  scrive:  «Era  un  amore  infelice  quello
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                   esaltati e gli squilibrati. È la sua personalità-limite, bor-          che  avevo  per  Lei!» .  E  Nietzsche  non  è  da  meno:
                   derline,  come  la  sua  opera  spesso  al  confine  fra  una          «Amico  carissimo,  in  spirito  passeggio  per  ore  intere
                   lucidità estrema, quasi agghiacciante, e la follia, a fago-            con Lei: come due uccelli stanchi di volare, non trovia-
                   citare i mitomani, le menti deboli, i malati, i malriusciti,           mo nulla di meglio da fare che cinguettare fra noi appol-
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                   gli impotenti, proprio coloro contro i quali il filosofo si            laiati  sullo  stesso  ramo» .  E  Rée  di  rimando:  «Non
                   scaglia nei suoi libri. Nietzsche deve essere letto da per-            avremmo  dovuto  separarci,  vi  era  forse  un  favorevole
                   sone sane e va preso, come lui stesso ammoniva, con le                 magnetismo animale fra i nostri corpora. Vietato scrivere
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                   molle.                                                                 oltre» . Rée ricorda il loro idilliaco soggiorno a due a
                      In  tanti  anni  la  Nielsen  era  stato  l’unico  aborto  di       Bex, dopo la fuga da Bayreuth, come «la luna di miele
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                   relazione sentimentale di Nietzsche. C’era qualcosa che                della nostra amicizia» , e quando dedica a Nietzsche il
                   non quadrava. Il primo a rendersene conto fu Richard                   suo primo libro, L’origine dei sentimenti morali, scrive:
                   Wagner  al  quale,  vitale  e  donnaiolo  com’era,  questa             «Al padre di questo scritto, con somma gratitudine – la




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