Page 120 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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tano da Bayreuth perché ci sono le prove generali alle
sorpreso e deluso è difficile crederlo. Fin dall’inizio non
quali nessuno, nemmeno i più fedeli wagneriani, può Che fosse disgustato è fuori discussione, ma che fosse
partecipare: Ludwig di Baviera, che era quello che cac- si era mai fatto illusioni sui “wagneriani”, capiva benis-
ciava il grano, aveva preteso, da buon nevrotico, di as- simo che era gente che ragionava con la pancia e col
sistere da solo alle anteprime. Alla fine Nietzsche si deci- sentimento più che con la testa, proprio perché era a
de: il 12 agosto, il giorno prima dell’inaugurazione, tor- quelli e non a questa che parlava la musica di Wagner,
na a Bayreuth alloggiando nella casa di Malwida von il grande istrione. Ad ogni modo nel 1888 descrisse così
Meysenbug. l’ambiente del Festival o, per usare le sue parole, la “cre-
Al Festival era convenuto tutto il “bel mondo”: l’im- tineria” di Bayreuth: «In realtà una compagnia da far
peratore Guglielmo , il granduca di Weimar, l’impera- rizzare i capelli! Là in mezzo non c’è mostruosità che
tore del Brasile col suo seguito, la baronessa von Schlei- manchi, neppure l’antisemita. Povero Wagner! Dov’era
nitz, la baronessa von Meyendorf, la contessa Usedom, capitato!... Il wagneriano si era impadronito di Wa-
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madame Catulle Mendes, la moglie del ministro italiano gner!» . E, in modo ancor più crudo e sarcastico, in
Minghetti, Laura Acton, il conte Festetics, il conte Ap- una variante a Ecce homo poi cassata: «Non solo toccai
pony, i pittori Meyerheim e Makart, i musicologi Pohl e con mano, allora, la perfetta nullità e illusorietà del-
Schuré, il chirurgo Esmarck, i banchieri Palto e Feustel, l’“ideale” wagneriano, ma vidi soprattutto come, persi-
il medico personale del Kedivè d’Egitto e tutto l’inesau- no per i massimi interessati, l’“ideale” non fosse la cosa
sto sottobosco dei social climbers che è solito radunarsi principale... In più questa miseranda congrega dei si-
per questi “eventi” e che a tutto sembrava interessarsi gnori patroni e patronesse, tutti molto innamorati, tutti
fuorché alla musica di Wagner. Il vecchio imperatore si molto annoiati, e privi di musicalità fino alla nausea
spellava le mani dagli applausi mentre si chinava verso dopo la sbornia... Si aveva radunata tutta la canaglia
il suo attendente, il conte Lehndorf, sussurrandogli oziosa d’Europa, e ogni principe qualsiasi andava e ve-
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«Che schifo! Che schifo!» . Ma neanche il pubblico niva da casa Wagner, come se Bayreuth fosse una sorta
normale, la grassa borghesia tedesca, era molto meglio. di nuovo sport. E, in fondo, non era qualcosa di più. In
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Scrisse Cajkovskij: «Per tutta la durata del Festival il aggiunta ai vecchi pretesti d’ozio, se n’era trovato uno
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cibo attrasse l’interesse principale del pubblico. Le ese- artistico, “una grande opera a ostacoli”» . Quasi ogni
cuzioni passarono in second’ordine. Cotolette, patate al sera, dopo lo spettacolo, la “fairy band” si trasferiva a
forno e omelettes furono argomenti discussi con mag- villa Wahnfried dove Cosima teneva le pubbliche rela-
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giore entusiasmo che la musica di Wagner» . Non era zioni. Il cronista Wilhelm Marr scrisse sulla «Gartenlau-
un bel vedere per quella che era stata propagandata da be»: «L’incarico della rappresentanza se l’è assunto la
Wagner e dai wagneriani, Nietzsche compreso, come signora Cosima... Ha il notevole talento, schiettamente
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l’iniziativa culturale «più nobile e pura del Reich» . francese, di dire a ciascuno qualche parola che fa piace-
Si è detto, e scritto, che Nietzsche fu disgustato da ciò re e di condurre una dozzina di conversazioni contem-
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che vide a Bayreuth, che questa fu la goccia che fece poraneamente» .
traboccare il vaso della sua indignazione e lo convinse a Nietzsche non andò alle feste di Cosima ed evitò
rompere una volta per tutte con Wagner. Nietzsche stes- anche Wagner, che in ogni caso era troppo impegnato
so in Ecce homo, dodici anni più tardi, avallò questa tesi. per prestargli attenzione. Se ne stette in disparte, cupo
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