Page 220 - Nietzsche - L'Anticristo, Crepuscolo degli idoli, Ecce Homo
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dimostrare  le  conseguenze,  inquietanti  oltremisura,  dell'  ottimismo,  questa  creazione  degli

      homines  optimi,  per  l'intera  storia.  Zarathustra,  il  primo  a  comprendere  che  l'ottimista  è
      altrettanto décadent del pessimista e forse più dannoso, dice: gli uomini non dicono la verità.
      Arti e sicurezze false vi insegnarono gli uomini buoni; nella menzogna dei buoni foste nati e
      assicurati.  Tutto  è  fino  in  fondo  falsato  e  falsificato  dagli  uomini  buoni.  Per  fortuna  il
      mondo non è costruito secondo quegli istinti, per i quali solo la mandria bonaria può appunto
      trovarvi la sua meschina felicità; esigere che tutti debbano diventare «uomini buoni», animali
      da gregge, dagli occhi azzurri, benevoli, «anime belle» - ovvero, come vuole il signor Herbert

      Spencer,  altruistici,  vuol  dire  togliere  al  destino  il  suo  carattere  di  grandezza,  significa
      castrare l'umanità e ridurla a una miserabile cineseria. - Ed è quello che si è tentato di fare!...
      Proprio  questo  si  è  chiamato  morale...  In  questo  senso  Zarathustra  chiama  i  buoni  ora  «gli
      ultimi uomini», ora «l'inizio della fine»; soprattutto li sente come il tipo d'uomo più dannoso,
      poiché essi impongono la loro esistenza sia a spese della verità che a quelle del futuro.


                    I  buoni  -  non  sanno  creare,  sono  sempre  l'inizio  della  fine  -  crocifiggono  chi
                 scrive i nuovi valori su nuove tavole, sacrificano a se stessi il futuro, crocifiggono
                 ogni futuro umano!
                    I buoni - furono sempre l'inizio della fine...
                    E  per  quanti  danni  possan  fare  i  detrattori  del  mondo,  il  danno  dei  buoni  è  il
                 danno più dannoso.


      5.
         Zarathustra, il primo psicologo dei buoni, è - di conseguenza - un amico dei cattivi. Se il
      tipo  d'uomo  della  décadence  si  è  elevato  al  rango  della  specie  più  alta,  questo  è  potuto
      accadere solo a spese del suo tipo contrario, del tipo d'uomo forte e sicuro della vita. Se il
      gregge splende nella luminosità della più pura virtù, l'uomo d'eccezione deve essere degradato

      a malvagio. Se la falsità rivendica, ad ogni costo, per la sua ottica, la parola verità, allora
      l'uomo  realmente  verace  lo  si  ritroverà  sotto  i  nomi  più  brutti.  Qui  Zarathustra  non  lascia
      dubbi, egli dice che è stata proprio la conoscenza del buono, del «migliore» ciò che gli ha
      causato in generale orrore per l'uomo; che a causa di questa avversione gli sono spuntate le ali
      «per  volare  verso  lontani  futuri»,  -  egli  non  nasconde  che  il  suo  tipo  d'uomo,  un  tipo
      relativamente  superumano,  è  superumano  proprio  in  relazione  ai  buoni,  poiché  i  buoni  e  i
      giusti chiamerebbero diavolo il suo superuomo...


                    Voi,  uomini  più  alti  che  il  mio  sguardo  abbia  mai  incontrato,  questo  è  il  mio
                 dubbio  su  di  voi  e  il  mio  riso  segreto:  penso  che  chiamereste  diavolo  -  il  mio
                 superuomo!
                    Tanto  estranei  siete  voi  alla  grandezza,  nella  vostra  anima,  che,  il  superuomo
                 sarebbe terribile, per voi, nella sua bontà...


         Su  questo  passo  e  su  nessun  altro  bisogna  fermarsi,  per  comprender  che  cosa  voglia
      Zarathustra: questo tipo d'uomo che egli concepisce, concepisce la realtà come essa è: egli è
      abbastanza forte per farlo -, non è estraniato, rapito in estasi, è questa realtà stessa, ne ha
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