Page 222 - Nietzsche - L'Anticristo, Crepuscolo degli idoli, Ecce Homo
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La morale della rinuncia è par excellence la morale della degenerazione, è la constatazione
«io sono perduto» tradotta nell'imperativo «dovete perdervi tutti» - e non solo
nell'imperativo!... Quest'unica morale che è stata insegnata sinora, la morale della rinuncia a
sé, tradisce una volontà di morte, nega la vita nel suo principio fondamentale. - Resterebbe
aperta qui una possibilità, che non già l'umanità sia degenerata, ma solo quella specie di uomo
parassitario, il prete, che per mezzo della morale si è innalzato, mentendo, fino a determinare i
valori, - quello che ha trovato nella morale cristiana i suoi strumenti di potere. E in effetti
questa è la mia opinione: i maestri, le guide dell'umanità, i teologi tutti, sono stati anche tutti
quanti décadents: perciò la trasvalutazione di tutti i valori nel senso di un'ostilità alla vita,
perciò la morale... Definizione della morale: morale - idiosincrasia di décadents, con il
secondo fine di vendicarsi della vita - e con successo. Attribuisco un valore a questa
definizione.
8.
Sono stato compreso? - Non ho detto una sola parola che non avessi detto già cinque anni fa
attraverso le parole di Zarathustra. - La scoperta della morale cristiana è un avvenimento che
non ha pari, una vera catastrofe. Chi fa luce su di essa è una force majeure, un destino, - rompe
in due tronconi la storia dell'umanità. Si vive prima e dopo di esso... La folgore della verità
ha colpito proprio ciò che fino ad ora stava più in alto: chi comprende che cosa è stato
distrutto, può guardare se gli resta ancora qualcosa tra le mani. Tutto ciò che finora si è
chiamato «verità», è stato riconosciuto come la forma più dannosa, più maligna, più
sotterranea della menzogna; il santo pretesto di «rendere migliore» l'umanità come astuzia per
succhiare la vita stessa, toglierle il sangue. Morale come vampirismo... Chi scopre la morale
ha scoperto con ciò il non valore di tutti i valori ai quali si crede o si è creduto; nei tipi umani
più venerati e addirittura santi non vede più nulla di degno di stima, vedo la più infausta
specie di mostri, infausta, perché affascina... Il concetto di «Dio» inventato come contro
concetto della vita, in esso è ricondotto ad un'orribile unità tutto quanto è dannoso, venefico,
calunnioso, l'intera mortale ostilità alla vita! Il concetto di «al di là», di «mondo vero»,
inventati per togliere valore all'unico mondo esistente - per non lasciare alla nostra realtà
terrena alcuno scopo, alcuna ragione, alcun compito! Il concetto di «anima», di «spirito», e
infine anche di «anima immortale», inventati per disprezzare il corpo, per renderlo malato -
«santo» - per opporre un'orribile leggerezza a tutte le cose che nella vita meritano serietà, ai
problemi del nutrimento, dell'abitazione, della dieta spirituale, della cura delle malattie, della
pulizia, del tempo atmosferico! Invece della salute, la «salvezza dell'anima», - cioè a dire una
folie circulaire tra gli spasimi della penitenza e l'isteria della redenzione! Il concetto di
«peccato», inventato assieme a tutti i relativi strumenti di tortura, al concetto di «libero
arbitrio», per confondere gli istinti e fare della diffidenza contro gli istinti una seconda natura!
Nel concetto dell'«oblio di sé», del «rinnegamento di sé», che è il vero segno distintivo della
décadence, l'essere sedotti da quanto è dannoso, il non-poter-più- trovare il proprio
vantaggio, l'autodistruzione, fatti segno di valore in generale, del «dovere», della «sanità», del
«divino» nell'uomo! Infine - è la cosa più orribile - nel concetto dell'uomo buono si è preso
partito per tutto ciò che è debole, malato, malriuscito, sofferente, di tutto ciò che è destinato
ad andare in rovina -, la legge della selezione è invertita, si è trovato un ideale nel contrario