Page 69 - Keplero. Il cosmo come armonia di movimenti
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simmetrica, sul motivo per cui ciò avvenga e sul modo in cui la pianta conservi tale
        informazione. Keplero immagina che i semi cerchino di ottimizzare lo spazio a propria
        disposizione e riprende un problema di cui aveva discusso con un matematico inglese,
        Thomas Harriot.
             Walter  Rayleigh,  il  grande  esploratore  inglese,  favorito  di  Elisabetta  I,  aveva

        assegnato  ad  Harriot  il  compito  di  trovare  la  disposizione  geometrica  migliore  per
        stipare le palle da cannone nelle stive delle navi, occupando il minor spazio possibile.
        Keplero propone una soluzione nota come impacchettamento cubico a facce centrate, ed
        enuncia  la  cosiddetta  congettura  di  Keplero,  secondo  la  quale  non  esiste  nessuna
        disposizione più efficace. Questa consiste nel creare un primo strato compatto di sfere,
        per poi sistemare le sfere dello strato superiore centrandole negli interstizi delle sfere
        sottostanti.

             L’astronomo riconosce che non è una disposizione molto originale, perché riprende
        il modo in cui un comune ortolano impila le proprie arance. L’originalità sta nel fatto di
        affrontare il problema con un approccio matematico, trasformando una questione pratica
        in un affascinante quesito teorico. Ne dà una dimostrazione parziale il matematico Carl
        Friedrich Gauss, nell’Ottocento, ma ancora nel 1900 compare, con il numero 18, nella
        famosa  lista  dei  23  problemi  matematici  irrisolti  compilata  dal  matematico  tedesco

        David Hilbert. La dimostrazione è stata ottenuta solo nel 2014, grazie ad un progetto
        collaborativo  e  all’utilizzo  del  computer,  sotto  il  coordinamento  del  matematico
        americano Thomas Hales.


        Il mistero delle botti di vino
        Nel 1613 Keplero si trova a Linz, in Austria, ed è in procinto di convolare a seconde
        nozze.  Acquistando  dei  barili  che  intende  riempire  con  l’ottimo  vino  prodotto  dalla

        vendemmia di quell’anno, viene incuriosito dal metodo molto semplice con il quale il
        venditore di vino misura la capacità dei barili. Difatti l’uomo non fa che inserire un’asta
        graduata all’interno del barilotto, in diagonale, e ne deduce immediatamente quanto vino
        esso  possa  contenere.  Superato  lo  stupore,  Keplero  decide  di  comprendere  la
        matematica insita in questa procedura e ne scrive un trattato, intitolato Geometria solida
        delle botti.

             Alla  base  del  metodo  dei  venditori  devono  esserci  delle  regolarità  e  qualche
        proprietà che ottimizzi l’utilizzo delle botti. Keplero dapprima ricerca quale proprietà
        debbano condividere le botti austriache, che sia utile al loro scopo, e comprende che
        questa sia la possibilità di avere, a parità di diagonale, la massima capacità. Calcola
        quindi che per ottenere questa proprietà la relazione tra le doghe verticali e la base
        deve essere di 3/2, mentre poi le tacche dell’asta graduata dovranno riportare i cubi di
        numeri progressivi. Il metodo utilizzato dai venditori austriaci era frutto di osservazioni

        pratiche,  mentre  Keplero  arriva  al  risultato  attraverso  una  elaborata  estensione  dei
        metodi matematici allora noti. Anche se Keplero si dichiara debitore ad Archimede, in
        realtà  egli  sta  compiendo  passi  importanti  in  futuri  settori  della  matematica,  sia  per
        quanto riguarda il calcolo infinitesimale, sia per quanto riguarda i problemi di massimo
        e minimo.
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