Page 11 - Galileo Galilei - Sidereus nuncius ovvero Avviso Sidereo.
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Introduzione







               L’invenzione del telescopio



                  Alla fine di settembre del 1608, Hans Lipperhey, un fabbricante di occhiali
               olandese della città di Middelburg, si recò a L’Aia, sede del governo federale,
               per  presentare  un  congegno  che  permetteva  di  far  apparire  le  cose  molto
               lontane  come  se  fossero  state  vicine,  al  conte  Maurizio  di  Nassau,
               governatore  e  comandante  in  capo  delle  forze  armate  dei  Paesi  Bassi.  Lo

               strumento consisteva di un tubo con una lente concava a un’estremità come
               oculare,  all’altra  una  lente  convessa  come  obiettivo.  La  notizia  si  sparse
               rapidamente e nel giro di pochi giorni fu pubblicato un resoconto di come
               all’Aia  si  potesse  vedere  la  torre  dell’orologio  di  Delft,  lontana  una
               quindicina di chilometri, e le finestre di una chiesa di Leida che distava di
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               quasi  il  doppio.   Francesco  Castrino,  un  ugonotto  francese,  ne  inviò  una
               copia  al  frate  veneziano  Paolo  Sarpi,  che  rispose  il  9  dicembre  1608  di
               esserne già stato informato un mese prima da un corrispondente de L’Aia.                     2
               Sarpi si era interessato all’ottica durante la giovinezza, ma la notizia non lo
               colpì  come  importante,  forse  perché  il  resoconto  non  diceva  nulla  della

               costruzione dello strumento. Questo è confermato da ciò che egli scrisse a un
               corrispondente francese, Jérome Groslot de L’Ile, il 6 gennaio 1609:


                  L’avviso delli nuovi occhiali l’ho avuto già più d’un mese, e lo credo
                  per  quanto  basta  a  non  cercar  più  oltre,  non  per  filosofarci  sopra,
                  proibendo  Socrate  il  filosofare  sopra  esperienza  non  veduta  da  sé
                  proprio. Quando io era giovane, pensai ad una tal cosa, e mi passò per la
                  mente che un occhial fatto di figura di parabola potesse far tal effetto;

                  aveva  ragioni  demonstrative,  ma,  perché  queste  sono  stratte  e  non
                  mettono  in  conto  la  ripugnanza  della  ma  teria,  sentiva  qualche
                  opposizione.  Per  questo  non  [mi]  son  mol  to  inchinato  all’opera,  e
                  questa sarebbe stata faticosa: onde né confirmai né reprobai il pensiero
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