Page 7 - Galileo Galilei - Sidereus nuncius ovvero Avviso Sidereo.
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Prefazione
Uno strumento può cambiare il mondo e costringerci a rivedere la nostra
posizione nell’universo. Il telescopio fece proprio questo, ma solo grazie a
Galileo, i cui occhi erano preparati a vedere cose nuove e le cui mani erano in
grado di dipingere quello che vedeva. Non fu solo perché era un osservatore
dotato e caparbio, ma anche perché era un eccezionale disegnatore, che
Galileo scoprì quello che altri non avevano saputo riconoscere o non avevano
avuto le capacità di registrare. Il telescopio, inventato in Italia intorno al
1590, era uno strumento rudimentale che ingrandiva quattro o cinque volte e
poco più grande di un giocattolo. Galileo ebbe l’acume di capirne le
potenzialità. Ebbe anche la fortuna di avere accesso alle migliori lenti
d’Europa, prodotte sull’isola di Murano, a tutt’oggi la capitale della
lavorazione del vetro. Senza Galileo, ci sarebbero voluti parecchi anni prima
che il telescopio potesse diventare uno strumento capace di ingrandire 20
volte, vale a dire quanto è necessario per distinguere le caratteristiche dei
corpi celesti da lui osservati. Senza l’aiuto degli artigiani, a noi
completamente sconosciuti, che realizzarono le lenti che gli servivano,
Galileo non avrebbe conseguito quella fama imperitura quale Colombo dei
nuovi cieli. Con il suo nuovo strumento, Galileo fu in grado di fare otto
scoperte tutte confermate tranne l’ultima, la cui corretta interpretazione era
oltre le sue capacità. Anche se ci sono tutte ben note, scorriamole
rapidamente. Per prima cosa, Galileo vide che la Luna aveva montagne e valli
e, pertanto, assomigliava alla Terra. Era una grande notizia perché, se la Luna
era come la Terra, allora poteva essere abitata! In secondo luogo, si
mostrarono improvvisamente innumerevoli stelle. La terza scoperta fu che la
Via Lattea, che assomiglia a una nuvola biancheggiante quando viene
osservata a occhio nudo, si rivelò un ammasso di piccolissime stelle. In
quarto luogo, la tenue illuminazione che si osserva sul lato scuro della Luna,
quando la parte illuminata della Luna crescente ha un’età di quattro o cinque
giorni, fu correttamente interpretata da Galileo come il riflesso della luce