Page 80 - Piergiorgio Odifreddi - Hai vinto, Galileo! La vita, il pensiero, il dibattito su scienza e fede.
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Haveranno dunque il Signor Keplero et gli altri
Copernicani da gloriarsi di havere creduto et filosofato bene,
se bene ci è toccato, et ci è per toccare ancora, ad essere
reputati dall’universalità de i filosofi in libris per poco
intendenti e poco meno che stolti.
Le obiezioni a cui allude Galileo erano
sostanzialmente due. Una, fisica e cosmica,
riguardava la possibilità che il cannocchiale
deformasse le immagini di oggetti posti a grande
distanza e che le osservazioni astronomiche
risultassero dunque ingannevoli e inaffidabili.
L’altra, metafisica e comica, lamentava che ci fossero
discordanze tra le risultanze sperimentali degli
scienziati e le invenzioni letterarie dei profeti o dei
filosofi, e paventava dunque che la religione e la
filosofia potessero essere smascherate come
ciarlataneria.
Alla seconda obiezione dedicheremo il capitolo
seguente, mentre la prima fu affrontata e
definitivamente risolta da Keplero nei 141 teoremi
della Diottrica del 1611, scritta in due soli mesi
nell’estate del 1610, nella quale venivano ripresi e
ampliati i temi dell’Ottica del 1604: in particolare, i
fenomeni legati alle lenti e alla loro capacità di
ingrandire o rimpicciolire le immagini. Keplero
analizzò il cannocchiale adoperato da Galileo, che
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