Page 57 - Piergiorgio Odifreddi - Hai vinto, Galileo! La vita, il pensiero, il dibattito su scienza e fede.
P. 57
Napoli viene a trovarsi nei dintorni della base del
cono, Galileo pensa che la selva oscura possa essere
vicino a Cuma: cioè dove Virgilio aveva posto, nel
VI canto dell’Eneide, l’entrata dell’Inferno.
Questo tipo di analisi matematica della letteratura
rivela un Galileo ormai in via di traghettamento
dall’umanesimo alla scienza. Effettivamente, nel
1584 egli era stato avviato alla matematica da un
amico del padre, e ne era rimasto catturato.
Abbandonati l’anno dopo gli studi artistici, si era
dedicato alla lettura dei classici scientifici, da Euclide
ad Archimede. E già nel 1586 aveva scritto la sua
prima opera di fisica, La bilancetta, nella quale
ricostruiva il possibile metodo usato da Archimede
per smascherare la truffa dell’orefice che adulterò
una corona d’oro del tiranno Gerone: metodo che,
secondo la leggenda, aveva fatto esclamare al
matematico siracusano immerso nella vasca da
bagno il famoso «Eureka!».
Diventato matematico professionista, nel 1589
Galileo ottenne un lettorato triennale a Pisa e nel
1592 la cattedra presso lo Studio di Padova ambìta
da Giordano Bruno, sulla quale rimase fino al 1610.
Le necessità pratiche della repubblica veneziana lo
indussero presto a dedicarsi a studi applicati, come
dimostrano i suoi trattati manoscritti del 1593 su
57