Page 176 - Piergiorgio Odifreddi - Hai vinto, Galileo! La vita, il pensiero, il dibattito su scienza e fede.
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che si ottengono tagliando un cono con un coltello:
parabola, iperbole e, appunto come nella seconda
legge, ellisse (il quadrato deriva dal fatto che le
sezioni coniche sono le curve descritte da equazioni
quadratiche). La terza legge implica poi che la forza
esercitata dal Sole sia sempre la stessa,
indipendentemente dal pianeta.
Le tre leggi sperimentali di Keplero ricevettero
così la loro giustificazione teorica: esse catturano
esattamente l’informazione necessaria e sufficiente a
descrivere l’azione del Sole sui pianeti. A questo
punto, però, Newton era ormai lanciato nella sua
corsa e, fedele al principio d’inerzia che aveva posto
alla base del suo sistema, non accennò a fermarsi.
Anzitutto, notò una strana analogia: se lui aveva
appena dimostrato che il Sole esercita lo stesso tipo
di attrazione su ogni pianeta, Galileo aveva già
dimostrato che la Terra esercita lo stesso tipo di
attrazione su ogni corpo terrestre. Newton dedusse
che la forza in gioco doveva essere la stessa: scoprì
così la gravitazione universale che ciascun corpo
esercita su ciascun altro. Come dirà Lagrange un
secolo dopo: «Beato Newton. C’era una sola legge
universale di natura, e l’ha scoperta lui!».
A questo punto, però, le cose si complicano: se il
Sole attira i pianeti, a loro volta i pianeti attirano il
Sole. E come Keplero aveva mostrato che le orbite
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