Page 181 - Galileo Galilei - Lettere copernicane. Sentenza e abiura
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non  andasse  più  oltre  serpendo  in  grave  pregiuditio  della
                Cattolica verità, uscì decreto della Sacra Congr.ne dell’Indice,

                col quale furono prohibiti li libri che trattano di tal dottrina, et
                essa  dichiarata  falsa  et  omninamente  contraria  alla  Sacra  et

                divina Scrittura.
                     Et essendo ultimamente comparso qua un libro, stampato in
                Fiorenza l’anno pross.to (sic), la cui inscrittione mostrava che tu

                ne  fosse  l’autore,  dicendo  il  titolo  Dialogo  di  Galileo  Galilei
                delli  due  Massimi  Sistemi  del  mondo,  Tolemaico  e

                Copernicano; et informata appresso la Sacra Congre.ne che con
                l’impressione di detto libro ogni giorno più prendeva piede e si

                disseminava la falsa opinione del moto della terra e stabilità del
                sole;  fu  il  detto  libro  diligentemente  considerato,  et  in  esso

                trovata  espressamente  la  transgressione  del  predetto  precetto
                che  ti  fu  fatto,  havendo  tu  nel  medesimo  libro  difesa  la  detta
                opinione già dannata et in faccia tua per tale dichiarata, avvenga

                che tu in detto libro con varii ragiri ti studii di persuadere che tu
                la lasci come indecisa et espressamente probabile, il che pur è

                errore  gravissimo,  non  potendo  in  niun  modo  esser  probabile
                un’opinione  dichiarata  e  difinita  per  contraria  alla  Scrittura

                divina.
                     Che perciò d’ordine nostro fosti chiamato a questo S. Off.o,

                nel  quale  col  tuo  giuramento,  essaminato,  riconoscesti  il  libro
                come da te composto e dato alle stampe. Confessasti che, diece

                o dodici anni sono incirca, dopo esserti fatto il precetto come
                sopra, cominciasti a scriver detto libro; che chiedesti la facoltà

                di stamparlo, senza però significare a quelli che ti diedero simile
                facoltà,  che  tu  havevi  precetto  di  non  tenere,  difendere  né
                insegnare in qualsivoglia modo tal dottrina.

                     Confessasti parimente che la scrittura di detto libro è in più
                luoghi  distesa  in  tal  forma,  ch’il  lettore  potrebbe  formar

                concetto che gl’argomenti portati per la parte falsa fossero in tal
                guisa  pronuntiati,  che  più  tosto  per  la  loro  efficacia  fossero

                potenti a stringer che facili ad esser sciolti; scusandoti d’esser
                incorso in error tanto alieno, come dicesti, dalla tua intentione,



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