Page 185 - Galileo Galilei - Lettere copernicane. Sentenza e abiura
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Abiura
Io Galileo, fig.lo del q. Vinc.o Galileo di Fiorenza, dell’età
mia d’anni 70, constituto personalmente in giuditio, et
inginocchiato avanti di voi Emin.mi et Rev.mi Cardinali, in tutta
la Republica Christiana contro l’heretica pravità generali
Inquisitori; havendo davanti gl’occhi miei li sacrosanti Vangeli,
quali tocco con le proprie mani, giuro che sempre ho creduto,
credo adesso, e con l’aiuto di Dio crederò per l’avvenire, tutto
quello che tiene, predica et insegna la S.a Cattolica et
Apostolica Chiesa. Ma perché da questo S. Off.o, per aver io,
dopo d’essermi stato con precetto dall’istesso giuridicamente
intimato che omninamente dovessi lasciar la falsa opinione che
il sole sia centro del mondo e che non si muova e che la terra
non sia centro del mondo e che si muova, e che non potessi
tenere, difendere né insegnare in qualsivoglia modo, né in voce
né in scritto, la detta falsa dottrina, e dopo d’essermi notificato
che detta dottrina è contraria alla Sacra Scrittura, scritto e dato
alle stampe un libro nel quale tratto l’istessa dottrina già dannata
et apporto ragioni con molta efficacia a favor di essa, senza
apportar alcuna solutione, sono stato giudicato vehementemente
sospetto d’heresia, cioè d’haver tenuto e creduto che il sole sia
centro del mondo et imobile e che la terra non sia centro e che si
muova;
Pertanto, volendo io levar dalla mente delle Eminenze V.re
e d’ogni fedel Christiano questa vehemente sospitione,
giustamente di me conceputa, con cuor sincero e fede non finta
abiuro, maledico e detesto li sudetti errori et heresie, e
generalmente ogni et qualunque altro errore, heresia e setta
contraria alla S.ta Chiesa; e giuro che per l’avvenire non dirò
mai più né asserirò, in voce o in scritto, cose tali per le quali si
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