Page 180 - Galileo Galilei - Lettere copernicane. Sentenza e abiura
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un tale già tuo discepolo, et in essa, seguendo la positione del
                Copernico, si contengono varie propositioni contro il vero senso

                et auttorità della Sacra Scrittura;
                      Volendo  per  ciò  questo  S.cro  Tribunale  provedere  al

                disordine et al danno che di qui proveniva et andava crescendosi
                con  pregiuditio  della  S.ta  Fede,  d’ordine  di  N.  S.re  e
                degl’Eminen.mi  e  Rev.mi  SS.ri  Card.i  di  questa  Suprema  et

                Universale Inq.ne, furono dalli Qualificatori Teologi qualificate
                le due propositioni della stabilità del sole e del moto della terra,

                cioè:
                     Che il sole sia centro del mondo et imobile di moto locale, è

                propositione assurda e falsa in filosofia, e formalmente heretica,
                per essere espressamente contraria alla Sacra Scrittura;

                     Che la terra non sia centro del mondo né imobile, ma che si
                muova  etiandio  di  moto  diurno,  è  parimente  propositione

                assurda e falsa nella filosofia, e considerata in teologia ad minus
                erronea in Fide.

                      Ma  volendosi  per  allora  procedere  teco  con  benignità,  fu
                decretato  dalla  Sacra  Congre.ne  tenuta  avanti  N.  S.  a’  25  di

                Febr.o  1616,  che  l’Emin.mo  S.  Card.  Bellarmino  ti  ordinasse
                che  tu  dovessi  omninamente  lasciar  detta  opinione  falsa,  e

                ricusando  tu  di  ciò  fare,  che  dal  Comissario  di  S.  Off.io  ti
                dovesse esser fatto precetto di lasciar la detta dotrina, e che non
                potessi  insegnarla  ad  altri  né  difenderla  né  trattarne,  al  quale

                precetto  non  acquietandoti,  dovessi  esser  carcerato;  et  in
                essecutione dell’istesso decreto, il giorno seguente, nel palazzo

                et alla presenza del sodetto Eminen.mo S.r Card.le Bellarmino,
                dopo esser stato dall’istesso S.r Card.le benignamente avvisato

                et amonito, ti fu dal P. Comissario del S. Off.o di quel tempo
                fatto precetto, con notaro e testimoni, che omninamente dovessi

                lasciar  la  detta  falsa  opinione,  e  che  nell’avvenire  tu  non  la
                potessi tenere né difendere né insegnar in qualsivoglia modo, né
                in  voce  né  in  scritto:  et  havendo  tu  promesso  d’obedire,  fosti

                licentiato.
                     Et acciò che si togliesse affatto così perniciosa dottrina, e



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