Page 487 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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infinitamente sono errate e fallaci; e solo si debbono accettar quelle che
la costituiscono in luoghi non impossibili, e tra queste solamente andar
ricercando, per via de i più probabili e più numerosi rincontri, se non il
sito particolare e giusto, cioè la sua vera distanza dal centro della Terra,
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almeno di venire in cognizione se ella fu tra gli elementi o pur tra i
corpi celesti.
SALV. Il discorso che fate voi adesso, e quell’istesso che ha fatto l’autore
a favor della causa sua, ma con troppo irragionevol disavvantaggio della
parte; e quest’è quel punto principale che mi ha fatto sopramodo
maravigliare della troppa confidenza ch’e’ si è presa, non men della
propria autorità, che della cecità ed inavvertenza de gli astronomi: per i
quali io parlerò, e voi risponderete per l’autore. E prima io vi domando,
se gli astronomi nell’osservare con loro strumenti, e cercar, v. g., quanta
sia l’elevazione d’una stella sopra l’orizonte, possono deviar dal vero
tanto nel più quanto nel meno, cioè ritrar con errore che ella sia talvolta
più alta del vero e talvolta più bassa, o pure se l’errore non può mai esser
se non d’un genere, cioè che, errando, sempre pecchino nel soverchio e
non mai nel meno, o sempre nel meno né già mai nel soverchio.
SIMP. Io non ho dubbio che sia egualmente pronto l’errare nell’uno che
nell’altro modo.
SALV. Credo che l’autore risponderebbe il medesimo. Ora, di questi due
generi d’errori, che son contrarii e ne’ quali possono essere egualmente
incorsi gli osservatori della stella nuova, applicati al calcolo, l’un genere
renderà la stella più alta del vero, e l’altro più bassa: e perché già noi
convenghiamo che tutte le osservazioni son errate, per qual ragione vuol
quest’autore che noi accettiamo per più congruenti co ’l vero quelle che
mostrano la stella essere stata vicina, che l’altre che la mostrano
soverchiamente lontana?
SIMP. Per quel che mi pare aver ritratto dalle cose dette sin qui, io non
veggo che l’autore ricusi quelle osservazioni ed indagini che potesser
render la stella lontana più che la Luna ed anco più del Sole, ma
solamente quelle che la fanno remota (come voi stesso avete detto) più
che per un infinito intervallo; la qual distanza perché voi ancora recusate
come impossibile, però egli trapassa, come per infinitamente convinte di
falsità e di impossibilità, cotali osservazioni. Parmi dunque, che se voi
volete convincer 1’autore, voi debbiate produrre indagini più esatte, o
più in numero, o di più diligenti osservatori, le quali costituiscano la
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