Page 96 - Storia della filosofia moderna. Da Niccolò Cusano a Galileo Galilei.
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i  falsi  medici.  In  una  delle  sue  invettive,  nella  terza  per
                l’esattezza, parla bene perfino dei veleni.

                       Voi  dite,  o  sciagurati,  che  le  mie  ricette  sono  ricche  di
                veleni e io vi chiedo: ma lo sapete voi che cos’è un veleno? Se

                Dio lo ha creato è perché in qualche modo aiuta. Provatelo e lo
                saprete.

                       E in questo aveva ragione. Non a caso, infatti, in greco, la

                parola  pharmakon  vuol  dire  sia  «medicina»  che  «veleno».  A
                seconda delle dosi.

                       Sempre nel suo libro Paracelso dice che i colleghi medici,
                tradendo  gli  insegnamenti  di  Asclepio,  Macaone,  Podalirio  e

                Ippocrate, esercitavano la professione più per fare soldi che per
                carità cristiana, e conclude dicendo:

                       Se un tempo c’era un traditore ogni dodici apostoli, oggi a
                stento  si  riesce  a  trovare  un  medico  onesto  ogni  dodici

                praticanti.   *
                                              Girolamo Fracastoro

                       Anche  il  veronese  Girolamo  Fracastoro  (1478  -  1553)  è

                passato alla storia come medico, mago, alchimista e chimico. In
                realtà  era  un  poeta.  Sposò  in  pieno  una  teoria  di  Aristotele

                secondo la quale la vera differenza tra il tecnico e il poeta è che
                mentre  il  primo  si  occupa  del  vero  il  secondo  si  occupa  del

                verosimile.  Scrisse  un  saggio  intitolato  De  simpathia  et
                antipathia  dove  descrive  l’attrazione  tra  le  cose  simili  e  la

                ripugnanza tra quelle dissimili.
                       La  sua  fama,  però,  nasce  dai  suoi  studi  su  una  malattia

                giunta in Europa dopo la scoperta dell’America. Per i francesi
                era un’infezione, detta la napoletana, propagata da un marinaio

                (napoletano)  di  nome  Aniello,  compagno  di  Cristoforo
                Colombo.  In  realtà  si  trattava  di  una  malattia  nota  in  tutto  il

                mondo come il mal francese. Certo è che il contagio avveniva
                solo  attraverso  i  rapporti  sessuali.  Fracastoro,  in  un  volume

                intitolato Syphilis sive de morbo gallico, la battezzò sifilide. Il

                nome  deriva  da  un  mito  greco:  Sifilo  era  un  pastore  che  un


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