Page 69 - Storia della filosofia moderna. Da Niccolò Cusano a Galileo Galilei.
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XII
Francesco Guicciardini
Diciamolo subito: Guicciardini (1483 - 1540) era più
machiavellico di Machiavelli. Era infatti un superpragmatico,
uno che non aveva alcun interesse per gli argomenti cosiddetti
metafisici. Da bravo razionalista qual era, credeva più nel Caso
che nel Destino. Tutti i discorsi su Dio, sull’anima e su ogni
cosa che non si può toccare con mano, non lo interessavano
affatto. A suo dire, servivano solo a fregare i più semplici, e lui
quando diceva «semplici» intendeva dire «stupidi». Ma, dal
momento che gli stupidi sono anche la maggioranza, non poteva
fare a meno di studiare i metodi di coloro che se ne
approfittano.
Scrive Guicciardini: «Tre sono le cose che più desidero al
mondo. E precisamente: vivere in una Repubblica ordinata,
tenere i barbari fuori dall’Italia e avere un mondo liberato
dalla tirannide di questi scellerati preti. Pur tuttavia, non mi
faccio molte illusioni: sono desideri che non si realizzeranno
mai». Quest’ultima frase, all’epoca, bastava e avanzava per
finire in carcere. Ma lui non ebbe alcuna paura a scriverla nero
su bianco. Poi, per maggiore precisione, avvisò i lettori che per
ottenere questi risultati era indispensabile usare più il cervello
che il cuore e, soprattutto, tener conto che ogni uomo agisce per
il «particulare», ovvero per il proprio interesse personale.
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