Page 27 - Storia della filosofia moderna. Da Niccolò Cusano a Galileo Galilei.
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poi  il  nostro  libero  arbitrio  a  scegliere  a  chi  dei  due  dare
                ragione. Ecco qui di seguito un brano tratto dal suo De hominis

                dignitate:
                       O Adamo, Dio non ti ha creato né celeste né terreno, né

                mortale né immortale. Sei tu e solo tu, in quanto creatore di te
                stesso,  a  dover  scegliere  la  forma  che  più  ti  aggrada.  Potrai

                degenerare  verso  i  gradi  più  bassi  della  vita  terrena,  e

                diventare una bestia, o salire ai più alti livelli dell’esistenza e
                diventare una creatura divina.

                       Nella seconda parte del saggio, poi, Pico inneggia alla pace
                mondiale e suggerisce ai lettori di ricorrere alla teologia, l’unica

                a suo giudizio in grado di scongiurare una probabile guerra. A
                leggere le sue invocazioni, sembra quasi di udire la voce di papa

                Wojtyla.
                       Altro  argomento  a  lui  caro  la  cabala,  intesa  non  come

                scelta dei numeri da giocare al Lotto, ma come dottrina mistica
                offerta da Dio perché fosse possibile riconoscerlo tra le righe di

                un  libro.  Non  a  caso  la  parola  Qabbalah  in  ebraico  significa
                «interpretazione».  Come  dire  che  all’interno  delle  frasi

                contenute nella Bibbia c’è sempre la possibilità d’intravedere la
                presenza di Dio. Lui, a quanto pare, studiò l’arabo apposta per

                poter leggere i testi in lingua originale.

                       Ultimo argomento il disprezzo per gli astrologi, i maghi e i
                cultori  del  paranormale  in  genere.  A  tale  proposito  fu

                determinante  l’incontro  con  Girolamo  Savonarola.  Il  frate  di
                Ferrara,  con  quel  suo  caratteraccio  violento,  più  degno  di  un

                tribuno del popolo che di un uomo di chiesa, lo sconvolse. Quel
                giorno, per dirlo con parole sue, «tutto si sentì commuovere fino

                ad arricciarsi li capelli». Tempo una settimana e ne venne fuori
                un  libello  intitolato  per  l’appunto  Disputationes  adversus

                astrologiam. In questo trattato Pico della Mirandola condanna
                gli  oroscopi  e  distingue  nettamente  l’astronomia  (ars  nobile)

                dall’astrologia  (ars  fraudolenta).  Quando  qualcuno  gli
                raccontava  che  un  mago  gli  aveva  predetto  con  un  anno  di



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