Page 18 - Storia della filosofia moderna. Da Niccolò Cusano a Galileo Galilei.
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«Nossignore, san Sebastiano viene colpito solo
quando, commettendo l’atto impuro, stai facendo del male
a un’altra persona. Io nella vita ho fatto l’amore solo con
donne consenzienti, anzi, a volte, più che consenzienti. Una
notte, ricordo, una signora piuttosto avanti negli anni,
vicina ai settanta, mi fece addirittura un applauso.
Evidentemente considerò il mio gesto d’amore un atto di
volontariato.»
«Be’, questo mi sembra un po’ esagerato»
commentai. «Ma allora neanche la gola è un peccato?»
«Certo che non lo è: io in questo momento sto
mangiando una pizza margherita eccezionale. A chi faccio
del male? A nessuno. Anzi, sai che ti dico? Adesso ne
ordino un’altra.»
«E la superbia, l’accidia, l’ira, l’avarizia e
l’invidia?»
«Non sono peccati. Nel peggiore dei casi sono dei
vizi, a meno che, praticandoli, non facciamo del male al
nostro prossimo. L’importante è che tu, prima di fare una
qualsiasi cosa, ti chieda: “Sto facendo del male a
qualcuno?”. Se la risposta è negativa puoi dormire
tranquillo: andrai in Paradiso.»
«E il tradimento in amore? Per te è peccato o non è
peccato?»
«Dipende: è peccato solo se si viene scoperti. In quel
caso, infatti, si fa del male alla persona tradita. I peggiori,
poi, sono quelli che prima tradiscono e poi, tormentati dal
senso di colpa, dicono alla propria consorte: “Cara, ti
debbo confessare una cosa”.»
«E la droga?»
«È peccato.»
«E perché?» gli chiesi. «Se ti droghi a chi fai male?
Fai male solo a te stesso.»
«E ti pare niente! Quando dico “qualcuno”, tra i
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