Page 20 - Storia della filosofia moderna. Da Niccolò Cusano a Galileo Galilei.
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Marsilio Ficino
Marsilio Ficino (1433 - 1499), da non confondere con
Marsilio da Padova, era un toscanaccio nato a Figline Valdarno.
A parte i libri che scrisse (gli Ermetici, la Theologia, il Della
cristiana religione e le Dodici epistole), si rese benemerito
traducendo Platone dalla prima all’ultima riga, per poi passare a
Omero, Proclo ed Esiodo. Se oggi leggiamo i classici, perfino
su Internet, un po’ lo dobbiamo a lui. Di veramente importante,
però, scrisse un saggio dove magnificava l’amore platonico.
(Attenzione: per amore platonico non dobbiamo intendere
quello dove non si copula, ma quello dove l’anima dell’uomo,
grazie alle ali, riesce a raggiungere la patria celeste.)
Il compito principale di Marsilio Ficino fu quello di far
convivere la religione cristiana con la filosofia platonica, e
quindi i dieci comandamenti con i Dialoghi. A volerla dire tutta,
lui a Gesù preferiva Platone, ma non se lo fece mai scappare di
bocca per paura che le autorità ecclesiastiche lo bruciassero
vivo come già avevano fatto con altri.
Oltre che filosofo Marsilio fu un mago e un grande
cortigiano. Si sistemò, vitto e alloggio, presso la corte dei
Medici a Firenze e non si mosse di lì per nessuna ragione. Non
solo, ma la sua idea di far viaggiare sottobraccio Platone e il
cristianesimo (ovvero quella che lui chiamava la pia
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