Page 111 - Storia della filosofia moderna. Da Niccolò Cusano a Galileo Galilei.
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                                               Giordano Bruno













                       Filippo  Bruno  (1548  -  1600)  nacque  a  Nola,  figlio  di  un

                uomo d’arme. Da ragazzino entrò come novizio in un convento

                di domenicani e a ventiquattro anni, col nome di Giordano, ne
                uscì sacerdote. I suoi guai cominciarono il giorno stesso in cui
                cercò  di  mettere  d’accordo  il  cattolicesimo  con  il

                neoplatonismo.  Si  dichiarò  figlio  virtuale  di  Democrito,  di

                Eraclito,  di  Lucrezio  e  di  Epicuro,  e  fu  proprio  quest’ultima
                paternità a procurargli un’infinità di guai. Il suo primo problema

                furono, infatti, le donne: gli piacevano troppo per poterne fare a
                meno. Un giorno si vantò di averne avute più di re Salomone

                che, secondo la Bibbia, ne aveva avute solo mille.
                       Credeva nella Natura e nel suo continuo mutamento. Era

                solito  dire:  «Nihil  annihilat»,  nel  senso  che  nulla  scompare  e
                che tutto ritorna al punto di partenza. «Il camminare, il nuotare,

                l’amare,  il  vegetare,  il  sentire,  il  vivere  e  il  morire  altro  non
                sono che un continuo viaggiare in circolo.» Tipo il panta rei di

                Eraclito, tanto per intenderci.

                       Bruno  non  era  quello  che  si  dice  un  bel  ragazzo,  la  sua
                oratoria, in compenso, era formidabile. Bastava che cominciasse
                a  parlare  perché  chiunque  gli  stava  davanti  ne  restasse

                affascinato.

                       Comunque, veri o non veri che fossero i suoi peccati, fu




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