Page 107 - Storia della filosofia moderna. Da Niccolò Cusano a Galileo Galilei.
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Michel de Montaigne
Michel de Montaigne (1533 - 1592) è davvero bravo. I suoi
libri si riescono addirittura a leggere. Non sono allegri, certo,
ma si capiscono sempre, dalla prima all’ultima parola. Il titolo
del suo libro più noto, Saggi, sta a indicare quali sono le sue
vere intenzioni, quelle, cioè, di «saggiare» le esperienze che ha
fatto nella vita per cavarne il significato. Ne viene fuori un
ritratto passionale, politico e morale, di un uomo fatto più di
cervello che di cuore.
Nacque in Francia in un maestoso castello di sua proprietà,
quello appunto dei Montaigne. Come zona si trovava dalle parti
di Bergerac, la patria di Cyrano. Lui, però, a differenza dell’eroe
di Rostand, non era né un poeta né uno spadaccino. Era solo un
individuo estremamente razionale. Studiò legge e filosofia e
viaggiò in lungo e in largo per tutta l’Europa, soprattutto in
Svizzera, Germania e Italia. Nel 1580 scese anche a Roma. Poi,
una volta nominato sindaco di Bordeaux, se ne tornò in patria, si
portò 271 libri da leggere, e non si mosse più fino alla fine.
Il protagonista dei suoi Saggi si chiama «io», nel senso che
«io» è davvero lui. Qualcuno lo ha definito il «pittore di se
stesso». Nei Saggi, infatti, si osserva, si critica e si confronta
con gli altri. Sembra quasi che abbia scritto stando seduto
davanti a uno specchio. Una meditazione, la sua, mai religiosa e
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