Page 108 - Storia della filosofia moderna. Da Niccolò Cusano a Galileo Galilei.
P. 108
sempre laica, basata più sulle vicende umane che non sugli
ideali da perseguire. Oscilla tra una visione stoica della vita e
una visione scettica. Più riflette sul presente e più dubita del
futuro. In altre parole, si rende conto di quanto sia precaria, e
soprattutto breve, l’esistenza umana. Non è quindi l’Essere a
interessarlo quanto il Divenire. L’uomo per Michel de
Montaigne è un paradosso vivente. È «la più fragile delle
creature e nel medesimo tempo la più presuntuosa». Ecco, qui di
seguito, cinque pensieri tolti dai suoi Saggi:
Non siamo mai presso di noi ma sempre un pochino più in
là. La paura, il desiderio e la speranza ci lanciano verso
l’avvenire e ci tolgono la consapevolezza presente. Finiremo
con l’interessarci di quello che sarà, di quando, cioè, non
saremo più.
Io descrivo l’uomo così com’è. Se dovessi crearlo di nuovo
lo farei diverso, ma ormai è fatto. La mia è una vita umile e
senza alcuno splendore.
Un soffio di vento contrario, il gracchiare di uno stuolo di
corvi, il passo falso di un cavallo, il passaggio fortuito di
un’aquila, un sogno, un segno, una voce nel buio, una gelata
mattutina sono sufficienti a sconvolgere un uomo e a prostrarlo.
Gli altri si lamentano perché parlo troppo di me, e io mi
lamento perché gli altri non parlano mai di loro. Chissà chi di
noi sta sbagliando?
Cosa si può immaginare di più ridicolo di una creatura
miserabile che crede di essere padrona dell’Universo quando
invece non è padrona di sé?
Insomma, un pessimista che più pessimista non si può. In
questo senso, un anticipatore del nostro Leopardi. Quello che
non si capisce è perché non si sia suicidato.
A proposito di Michel de Montaigne,
c’è qualcosa nella sua filosofia che mi ha fatto
sempre riflettere. Dice Montaigne in uno dei suoi Saggi *
che «quasi sempre noi giudichiamo il nostro prossimo non
110