Page 362 - I templari e il filo segreto di Hiram
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                    Quando  fu  acclamato  “sovrano  maestro”  dai  Templari
                superstiti,  la  città  di  Limasol  a  Cipro  era  diventata  il  quartier
                generale del Tempio. Ma l’incubo dei Mammalucchi non si era
                dissolto!  Sussisteva  il pericolo  che,  esauritasi  la  spinta  verso il
                regno cristiano della Piccola Armena, quei “demoni” tentassero
                d’aggredire la grande isola, pur non vantando doti di marinai.
                    Ogni  anno,  nel  giorno  della  Pentecoste,  tutti  i  cavalieri
                giuravano solennemente che sarebbero tornati a Gerusalemme e
                avrebbero liberato il Santo Sepolcro!
                    Con questa speranza nel cuore Jacques de Molay affrontò un
                lungo viaggio promozionale in molte capitali europee, allo scopo
                di promuovere una nuova crociata. Un’impresa più patetica che
                disperata,  poiché  non  era  più  stagione!  Tanto  più  che  nessun
                principe   regnante   pensava   seriamente   d’affrontare   i
                Mammalucchi, che spaventavano tutta l’Europa simili a demoni
                ferocissimi.
                    Risale a quell’epoca una lettera di Jacques de Molay, datata
                primo  giugno  1293,  nella  quale  annuncia  al  re  d’Inghilterra  la
                nomina  di  un  nuovo  visitatore  (ispettore)  per  i  possedimenti
                templari nella grande isola.
                    Intanto  si  parlava  sempre  più  frequentemente  della  fusione
                degli  Ordini  cavallereschi  in  un  unico  Ordine,  e  la  questione
                riguardava soprattutto gli Ospedalieri e i Templari.
                    Sembra  che  a  questa  soluzione  Jacques  de  Molay  fosse
                fermamente  contrario  e  per  questo  motivo  rigettò  tutte  le
                proposte,  nonostante  le  fortissime  pressioni  subite.  Però  la
                necessità di una riforma, di un nuovo ruolo per “il Tempio”, era
                palese  e  lo  stesso  “sovrano  maestro”  convocò  due  capitoli
                (assemblee generali) in terra di Francia per dibattere la questione:
                a Montpellier nel 1293 e ad Arles nel 1296.
                    Intanto  si  andavano acuendo  le  tensioni  con il re di  Cipro,
                Enrico  II,  il  quale  temeva  che  i  Templari,  senza  più  patria,
                ambissero trasformare quella grande isola nella loro roccaforte e,
                pertanto,  non  vedeva  l’ora  che  se  ne  andassero,  nonostante  la
                minaccia  latente  del  sultano  d’Egitto.  Non  a  caso  vietò  ai
                Templari  l’acquisto  di  qualsiasi  proprietà  a  Cipro,  pena
                l’immediata  confisca;  inoltre  requisì  tutte  le  proprietà  che  già
                disponevano.
                    Fu  allora  che  giunse  la  notizia  peggiore:  anche  la  “Rocca
                Guglielma”,  ultima  piazzaforte  templare  nell’Oltremare,



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