Page 363 - I templari e il filo segreto di Hiram
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                considerata  inespugnabile,  situata  sulla  strada  che  dalla  Cilicia
                portava ad Antiochia, era stata espugnata!
                    Nella  disperazione  del  momento  Jacques  de  Moley,
                constatata  la  sordità  dell’Europa,  volse  lo  sguardo  da  tutt’altra
                parta e con audacia estrema cercò un’alleanza con i Mongoli: gli
                unici  in  grado  di  scalzare  i  Mammalucchi  dalla  Terrasanta!  Il
                piano  era  semplice:  una  grande  alleanza  tra  gli  ordini
                cavallereschi,  il  re  della  Piccola  Armenia  e  il  potente  khanato
                mongolo  di  Ilkhan,  dominatore  della  Persia,  che  all’epoca
                giungeva fino all’Anatolia Orientale.
                    E  proprio  in  base  a  questi  accordi  segreti  i  Mongoli
                Gengiskhamidi    attaccarono   le    forze   mammalucche,
                sopraffacendoli nella battaglia di Wadi al-Khazandar.
                    I Templari, informati di quella vittoria, non persero tempo e
                salparono  da  Famagosta  con  la  loro  flotta,  con  i  vascelli  degli
                altri  ordini  cavallereschi. Era il  20  luglio  del  1300, anno  santo
                per  volere  di  papa  Bonifacio VIII.  Ma  si  trattò  di  una  sorta  di
                crociera!
                    Dapprima veleggiarono verso la foce del Nilo, nella speranza
                mai  sopita  d’impadronirsi dell’Egitto;  poi  tornarono indietro  in
                direzione di Tortosa: l’antica “capitale” dell’Ordine.
                    Al comando di quella flotta c’era Enrico II, re di Cipro, che
                era  anche  re  di  Gerusalemme,  affiancato  da  un  emissario  dei
                Mongoli. Infine la flotta tornò dov’era partita: a Cipro!
                    Ma  tanto  bastò  a  generare  un  grande  entusiasmo  in  tutta
                Europa, dove si urlò che i Templari erano sbarcati in Terrasanta e
                marciavano  vittoriosi  verso  Gerusalemme.  Le  campane
                suonarono a festa in tutti i paesi della cristianità.
                    Un  equivoco  che  sarebbe  costato  caro  ai  fieri  cavalieri  dai
                mantelli bianchi: soltanto a loro!
                    L’unico  risultato  di  quell’inconcludente  incursione  fu  la
                liberazione dei cavalieri detenuti in Egitto dopo la conquista di
                Acri, con un’audace incursione nella città di Alessandria.
                    Ancora  nell’autunno  dell’anno  1300  si  tentò  uno  sbarco  a
                Tortosa,  città  particolarmente  amata  dai  Templari;  ma  venne
                meno  il  coordinamento  con  i  Mongoli,  che  avrebbero  dovuto
                invadere la Siria. La spedizione occupò un isolotto di fronte alla
                città,  dove  lasciò  un  presidio  rifornito  dalla  flotta;  ma  quando
                arrivò  il  capo  mongolo  Ghazan,  con  grandissimo  ritardo,  quel
                presidio  era  stato  assalito  da  navi  giunte  dall’Egitto,  con  gravi
                perdite da parte degli occupanti.

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