Page 213 - I templari e il filo segreto di Hiram
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                dei Catari e l’istituzione dell’Inquisizione. Alcuni di loro, come
                Cecco d’Ascoli, sperimentarono addirittura il rogo!
                      Pare che il fulcro originario dei fedeli d’Amore si trovasse
                nel Sud della Francia e in Aragona: terre impregnate della poesia
                trovadorica, duramente provate dalla violenta crociata cismarina
                contro  i  Catari  Albigesi  voluta  da  papa  Innocenzo  III.  Fu
                probabilmente in seguito a questa cruenta crociata, fatale per le
                terre più belle e più civili d’Europa quali erano la Provenza e la
                Linguadoca, che i Fedeli d‟Amore trasmigrarono in Val Padana,
                in Toscana e nelle Fiandre, quasi sciamando come api e portando
                in questa loro migrazione la “luce dell’arte e della conoscenza”.
                      E’ ovvio che dopo tanta devastazione i Fedeli d‟Amore si
                organizzarono in “fratellanze” segrete, nascoste.
                      Probabilmente la vera sorgente che ha alimentato il rivolo
                iniziale  della  Massoneria  Universale  va  ricercata  nei  Fedeli
                d‟Amore  che,  per  meglio  occultarsi,  ricorsero  alle  simbologie
                delle  corporazioni  dei  Francs-Maçons:  carpentieri,  scalpellini,
                architetti addetti alla costruzione delle grandi cattedrali gotiche,
                protetti dai Templari.
                      Per questo motivo nulla ci è noto circa il circolo culturale
                segreto  dei  “fedeli  d‟amore”,  similmente  alla  confraternita  del
                Rosacroce.
                      In  sintonia  con  l’eredità  trovadorica  questo  movimento
                artistico e iniziatico si espresse nella forma letteraria nota come
                dolce stil novo e coinvolse i migliori poeti medioevali italiani, tra
                i  quali  lo  stesso  Dante  Alighieri,  Guido  Cavalcanti,  Guido
                Guinizzelli,  Lapo  Gianni,  Cino  da  Pistoia,  Dino  Frescobaldi,
                Giovanni  Alfani  e  molti  altri,  incluso  probabilmente  Francesco
                da  Barberino  che  figurò  tra  i  giudici  che  mandarono  al  rogo
                Cecco d’Ascoli.
                      In  un  mondo  ferocemente  maschilista  i  Fedeli  d‟Amore
                posero la donna su un piedistallo e non è chiaro quale fosse tra
                loro  l’eredità  antica  dei  culti  di  Iside,  Afrodite,  Artemide
                focalizzati sulla valorizzazione della Dea Madre, di Mater Tellus,
                dell’essenza femminile presente in Gea e in Gaia.
                      Di certo, come dimostrato dallo stesso Dante nella Divina
                Commedia,  i  Fedeli  d‟Amore  ebbero  come  maestro  san
                Bernardo,  il  forgiatore  dei  Templari  e  dei  Cistercensi,  ai  quali
                dettò le regole. San Bernardo, infatti, fu un grande animatore del
                culto  mariano  e  si  dice  che  in  onore  della  Madonna  scrisse  il




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