Page 58 - La Massoneria Rivelata
P. 58

Italia,  Francia,  Inghilterra,  Paesi  Bassi  e  in  tutto  il  resto
                d’Europa,  spesso  con  l’aggiunta  di  altri  capitoli  apocrifi  dello

                stesso tenore antigesuita.

                    Nel  clima  delle  guerre  di  religione  che  insanguinavano
                l’Europa  dell’epoca,  il  pamphlet  fu  spesso  utilizzato  da

                protestanti e giansenisti per far fronte al complotto dei gesuiti.
                In  quel  clima,  la  scoperta  originale  dei  Monita  fu  da  taluni

                attribuita al condottiero e vescovo luterano tedesco Cristiano di
                Brunswick-Lüneburg,  durante  la  fase  boemo-palatina  della

                Guerra dei Trent’anni. Duca di Brunswick-Lüneburg e vescovo
                di  Halberstadt,  le  sue  azioni,  specialmente  contro  la  Chiesa

                cattolica,  gli  avevano  valso  la  reputazione  di  comandante
                fanatico  e  spietato.  I  cattolici  lo  avevano  probabilmente

                soprannominato Der Tolle. Il luogo del ritrovamento delle prove

                del  complotto  gesuita  è  variamente  indicato  dalle  fonti  con  le
                città di Paderborn, Praga, Liegi, Anversa o Glatz.

                    L’interesse  per  i  Monita  Secreta  continuò  a  diffondersi  tra
                assertori e detrattori dell’originalità del complotto. I detrattori

                non furono solo i cattolici. Infatti, successivamente ai risultati
                della  già  citata  commissione  istituita  dal  vescovo  di  Cracovia

                Lipski  nel  1616,  vi  furono  le  conclusioni  de  La  Istoria  del

                concilio tridentino, composto tra il 1608 e il 1618 da fra’ Paolo
                Sarpi,  dell’ordine  dei  Servi  di  Maria,  fermo  oppositore  della

                Chiesa cattolica e difensore delle prerogative della Repubblica di
                Venezia, che non credevano al complotto.

                    Anche  tra  i  giansenisti  vi  furono  importanti  studiosi  quali
                Henri  de  Saint-Ignace,  dell’ordine  della  Beata  Vergine  del

                Monte  Carmelo,  e  Blaise  Pascal,  che  scriveva  sul  settimanale
                «Nouvelles  Ecclésiastiques»,  che  parimenti  non  credevano  al

                complotto.  Come  pure,  successivamente,  il  gesuita  Bernard
                Duhr con il suo Jesuiten Fablen, del 1891.

                    Tra gli assertori del complotto vi furono Johann Joseph Ignaz

                von Döllinger, uno tra i principali oppositori alla proclamazione




                                                           58
   53   54   55   56   57   58   59   60   61   62   63