Page 241 - La Massoneria Rivelata
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dall’architetto massone Auguste Bartholdi, aiutato dal Fratello
Eiffel, che realizzò la struttura portante interna in acciaio in
grado di sostenere il gigantesco monumento, posto su un
basamento di granito della Maddalena alto ben ventisei metri.
La prima pietra del piedistallo fu posata con una solenne
cerimonia, il 5 agosto 1884, dai Fratelli americani, «atto che
venne da loro compiuto con perfetto rituale massonico e nel
rispetto di quella tradizione che, dal 1793, riservava appunto ai
Liberi Muratori di porre le pietre angolari di tutti i più
importanti edifici pubblici». Un anno dopo, a bordo del
piroscafo Isère, giunse oltreoceano la statua, dono dei confratelli
francesi. I pezzi, contenuti in duecentoquattordici casse, furono
in breve assemblati, cosicché La libertà che illumina il mondo fu
inaugurata il 28 ottobre 1885 e, da allora, è diventata il simbolo
di New York.
Secondo alcuni, per realizzare il suo capolavoro Auguste
Bartholdi si sarebbe ispirato all’opera di un confratello toscano,
lo scultore Pio Fedi che, nel 1872 aveva elaborato in gesso una
prova del monumento funebre per Giovan Battista Niccolini,
patriota e drammaturgo italiano morto nel 1861. La statua, dal
titolo La Libertà poetica, fu poi eseguita in marmo e si trova ora
nella basilica di Santa Croce a Firenze. Le similitudini con la
statua della Libertà di New York sono evidenti, vedere per
credere.
Nella splendida chiesa fiorentina, celebrata da Ugo Foscolo
nei Sepolcri, c’è di più. Se si esamina infatti la tomba dell’abate
Giovanni Lami – che fu uno dei primi italiani a entrare in
massoneria – si nota un simbolo eloquente: un triangolo
raggiante con al centro un occhio. In questo caso non c’è
possibilità di equivoci, dato che la figura è circondata da un
uroburos, il serpente che si morde la coda, raffigurazione del
tempo ciclico tanta cara ai Liberi Muratori.
Anche in Italia si sprecano perciò i riferimenti alla
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