Page 125 - Maschere_Motta
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Peppe Nappa





                                                                         alabrese di nascita ma è siciliano; con la sua
                                                                         semplicità disarmante ricorda la maschera di
                                                                C C Pierrot,  ma  in  lui  non  esiste  tristezza.  Beppe
                                                                Nappa è intorpidito da un son- no perenne che lo costringe
                                                                a sbadigliare continuamente. “Nappa” in dialetto significa
                                                                un uomo buono a nulla.
                                                                 È il pigro servitore di un padrone che può essere un
                                                                vecchio barone al quale scrocca vino e cibo finché non viene
                                                                scoperto; di appetito formidabile lo si trova preferibilmente
                                                                in cucina, se non altro per respirarne i profumi. Svolge il suo
                                                                lavoro in modo inefficiente.
                                                                 Egli indossa un abito largo e arioso, di colore azzurro e
                                                                porta un berretto di feltro bianco o grigio sopra la calotta
                                                                generalmente bianca. Il suo nome, che deriverebbe da
                                                                “nnappa”, cioè in italiano  “toppa”, si tradurrebbe per
                                                                estensione in “uomo da nulla”.
                                                                 Un altro  “Nappa” è  “Nardo”, Nardo Nappa che appare
                                                                in tre commedie di autori diversi del ‘600 ma che è più un
                                                                “buffo” che una maschera.
                                                                 Il carattere del Pagliaccio, i cui primi lineamenti già si
                                                                potrebbero rilevare nelle figure di Bertoldo, Bertoldino
                                                                e Cacasenno, i protagonisti del famoso libretto di Giulio
                                                                Cesare Croce, dai quali trassero motivi la maschera di
                                                                Pierrot in Francia e il clown da circo in Inghilterra, si ritrova
                                                                in Sicilia nella maschera di Peppe Nappa, un Pierrot esile,
                                                                delicato, che sembra uscito da un quadro di Watteau.
                                                                 In una commedia-balletto, Peppe Nappa, domestico
                                                                di un professore, viene mandato in guardaroba, alla fine
                                                                della lezione, per ritirare gli indumenti del suo principale.
                                                                Arriva trascinandoseli dietro come cenci, e quando gli vien
                                                                fatto osservare che sarebbe bene ripulirli, provvede con un
                                                                secchio d’acqua e una scopa come se, invece di cappello e

                                                                                                               115
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