Page 101 - Maschere_Motta
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Lelio
(Il bugiardo 1750)
ersonaggio principale della commedia Il bugiar-
do, Lelio è un personaggio che ama «godere il
P P mondo» e la propria libertà, i divertimenti e le
avventure, con gli atteggiamenti di un rampollo viziato, di
un damerino elegante, desideroso di misurare il fascino del
proprio seducente discorso.
Un’arte, tutta esteriore, completamente legata
all’apparenza, ma che affascina e convince e lo spinge via via
più lontano, sicuro di padroneggiare qualsiasi situazione. La
sua è una vera e propria «passione fantasiosa», trascinante
nel momento in cui l’occasione si presenta con le sue
ammiccanti possibilità.
L’autore lo ha «posto [...] in impegni molto ardui e difficili da
superare, per maggiormente intralciarlo nelle bugie medesime, le
quali sono per natura così feconde, che una ne suol produr più di
cento, e l’una ha bisogno delle altre per sostenersi». Ma con tanto
entusiasmo egli si lancia nell’invenzione, da capovolgere
l’impressione finale: offrendo cioè lo spettacolo di un
carattere che ama cimentarsi con le difficoltà, per sondare
le proprie capacità invettive, dunque «più di uno spacciatore
di menzogne, è un brioso inventore di favole, un chiacchierone
inesauribile, che un poco per interesse e un poco per vanità pone
sé stesso a preferenza degli altri al centro delle proprie trovate»
(Guido Davico Bonino).
In fuga da una fanciulla cui si è promesso sposo, senza
più denari per le spese eccessive, egli passa il suo tempo
in locanda, per meglio godere dei divertimenti della città.
Uno scioperato, che Goldoni mette in scena attorniato da
personaggi più classici, le quattro maschere tradizionali di
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