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19      La Seconda Guerra Mondiale



      Nel ventennio 1920-1939 maturarono in Europa i presupposti che avrebbero
      scatenato la Seconda Guerra Mondiale. Un confronto totale, giocato
      sui fronti dell’Europa, del Nordafrica, dell’Unione Sovietica e dell’Estremo
      Oriente, che coinvolse per la prima volta in modo massiccio anche
      la popolazione civile. Germania, Italia e Giappone, uniti nell’Asse Roma-
      Berlino-Tokyo, sarebbero usciti distrutti dal conflitto, frustrando le ambizioni
      nazi-fasciste di creare un nuovo ordine internazionale (contenute nel “patto
      tripartito” del 27 settembre 1940). In Europa Orientale e nei territori occupati
      dalla truppe naziste, il conflitto assunse anche i caratteri di un vero e proprio
      genocidio: Hitler, sostenendo che la razza superiore tedesca (ariana) dovesse
      sfruttare e poi eliminare quelle inferiori, rappresentate da Ebrei e Slavi
      (v. cap. 18), ordinò l’internamento di milioni di persone in campi
      di concentramento e di sterminio dotati di camere a gas e forni crematori.
                                                              Titolo concesso in licenza a tonia locarico, 84762, ordine Istituto Geografico De Agostini 824316.
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      Morirono così oltre 5 milioni di Ebrei. La guerra si concluse con la conquista
      sovietica di Berlino nei primi giorni del maggio 1945 e con lo sgancio di due
      bombe atomiche americane su Hiroshima e Nagasaki (agosto 1945).
      Americani, Sovietici e Inglesi definirono quindi il nuovo assetto mondiale.
      Dagli accordi di Locarno (1925)
      al patto Hitler-Stalin (1939)
      La diplomazia europea negli anni ’20 fu molto attiva e operò in  Le diplomazie
      chiave antitedesca. Solo dal 1925 vi fu un miglioramento dei rap-  al lavoro
      porti internazionali con la Germania (v. cap. 16) sancito dagli ac-
      cordi di Locarno (16 ottobre) firmati anche da Francia, Gran Bre-
      tagna, Italia, Polonia e Belgio: con essi Berlino riconosceva i con-
      tenuti della Pace di Versailles venendo accolta nella Società delle  Lo “spirito
      Nazioni. Si diffuse allora nel mondo lo “spirito di Locarno”, nuo-  di Locarno”
      vo clima di fiducia reciproca, presto suggellato dal Patto di Pari-
      gi o Briand-Kellog (27 agosto 1928), contro la guerra. L’Italia fa-
      scista fino al 1924 cercò l’amicizia inglese e francese per trarre van-
      taggi nei Balcani (27 gennaio 1924: il Patto di Roma con la Iugo-
      slavia sancì l’annessione di Fiume). Dal 1925 iniziò invece a ri-  Fiume all’Italia
      vendicare una revisione dei trattati di pace, ritenuti penalizzanti,
      e a tentare di ritagliarsi un ruolo di prestigio nel contesto inter-
      nazionale. Negli anni ’30 il revisionismo fu appoggiato anche da
      Germania e Giappone: era il preludio all’Asse Roma-Berlino-
      Tokyo. Nel 1933 un patto a quattro proposto da Mussolini a Ger-
      mania, Francia e Inghilterra per la revisione non andò in porto (re-
      sistenze francesi determinate dall’URSS e dagli Stati balcanici – al-
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