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Modulo 3
Il mondo greco
ro, questa volta, che i Persiani non cercavano la ven-
detta su questa o quella città, ma volevano sottomette-
re la Grecia intera. Nel luglio del 480 a.C. le truppe per-
siane varcarono l’Ellesponto su due ponti di barche e si
attestarono in Macedonia. La consistenza esatta di que-
sta armata è ignota, ma le sue dimensioni erano co-
munque tali da atterrire i Greci.
Unità e divisioni nel mondo greco Nel 481, su invi-
Artemision
Termopili to di Sparta e di Atene, si raccolsero presso l’Istmo di
Corinto i rappresentanti di tutte le città greche, per
Atene stringere un’alleanza comune contro il nemico. Fu
questa la prima alleanza generale stipulata tra le città
Salamina
greche, tradizionalmente così gelose della propria au-
tonomia. La sottoscrissero 31 città; tra le mancate ade-
sioni fu particolarmente grave quella di Argo, la gran-
MAR EGEO
de nemica di Sparta. All’alleanza aderì pure l’uomo po-
Impero persiano litico più potente del mondo greco: il tiranno di Sira-
Macedonia CRETA cusa Gelone (485-478 a.C.). In cambio del suo aiuto,
Alleati greci tuttavia, Gelone chiese di essere nominato comandan-
Flotta persiana
Esercito persiano te in capo di tutte le forze greche della coalizione anti-
Battaglie persiana. La richiesta fu però respinta.
La strategia greca Il comando della fanteria e della flotta alleate fu attribuito a Sparta,
anche se Atene forniva i due terzi delle navi da guerra. Gli strateghi ateniesi si mostraro-
π Seconda guerra persiana:
la spedizione di Serse (480 a.C.) no lungimiranti nel rinunciare a un loro diritto pur di non disgregare sul nascere l’al-
leanza. Il piano di guerra, elaborato da Temistocle e dagli efori spartani, si basava sul pre-
supposto che l’armata nemica fosse temibile in terra, ma debole sul mare. Era abitudine
dei Persiani far operare la flotta in stretto collegamento con l’esercito di terra, per pro-
teggerlo, potenziarne le manovre, assicurargli i rifornimenti: distruggere la flotta avreb-
be quindi significato scompaginare l’intera strategia nemica. Su questa strategia fu pun-
tato tutto.
Alla fanteria alleata fu quindi assegnato il compito di ritardare l’avanzata persiana, al
fine di dare il tempo alle navi greche di cogliere il momento favorevole per annientare
la flotta persiana. La linea difensiva fu attestata al passo delle Termopili, lungo la via
che dava accesso alla Locride e alla Grecia orientale. Qui prese posizione un esercito
di circa 7000 uomini, al comando del re spartano Leonida. La flotta greca, forte di 270
navi, si schierò invece all’estremità settentrionale dell’Eubea, presso l’Artemìsion – il
santuario della dea Artemide – per impedire uno sbarco dei nemici alle spalle delle di-
fese alleate.
Un’eroica sconfitta I Persiani attaccarono per due giorni lo schieramento greco alle
Termopili, senza riuscire a sopraffarlo. Il terzo giorno essi riuscirono a effettuare l’aggi-
ramento e colsero Leonida alle spalle. Mentre la flotta greca teneva testa a quella persia-
π Busto di Leonida, 480 a.C. ca. na nelle acque dell’Artemìsion, Leonida fece allontanare il grosso dei suoi uomini e, con
[Museo di Sparta, Sparta]
300 spartiati, si immolò pur di ritardare l’avanzata nemica.
Questo busto marmoreo rinvenuto
nell’acropoli di Sparta viene Annientati gli eroi spartani, l’esercito persiano ebbe via libera: irruppe nella Focide e nel-
identificato con il re spartano la Beozia e di lì passò in Attica, devastandola. A questo punto Sparta pensò solo a difen-
Leonida, ritenuto un eroe per aver
guidato un gruppo di 300 guerrieri dere se stessa e procedette alla fortificazione dell’Istmo che portava al Peloponneso. Ate-
contro forze nemiche di gran lunga ne, invece, fu completamente evacuata e la popolazione si trasferì nell’isola di Salamina.
superiori nella battaglia delle
Termopili contro i Persiani. I Persiani entrarono nella città quasi deserta e la diedero alle fiamme.
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