Page 140 - Profili di Storia
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                                                                                                 Unità 6
                                                                                       La Grecia delle poleis



                                                                       √ Menelao affronta Ettore in duello
                                                                         [da Rodi, British Museum, Londra]
                                                                           Durante l’età arcaica la guerra era una prerogativa dei nobili, gli unici che avessero i
                                                                            mezzi per armarsi e addestrarsi a spese proprie. La guerra non era però vissuta
                                                                             come un’esperienza collettiva, bensì come una battaglia personale, come una
                                                                             opportunità per dimostrare il proprio valore. Il piatto, risalente al VII sec. a.C.,
                                                                              raffigura una scena omerica che ben rispecchia questa mentalità: l’eroe greco
                                                                               Menelao affronta in singolar tenzone l’eroe troiano Ettore per disputare le
                                                                               spoglie di Euforbo che giace ucciso in terra. Prerogativa degli aristocratici
                                                                               era anche l’allevamento dei cavalli, con i quali potevano partecipare alle gare
                                                                               dei carri e ancora una volta competere fra loro per mettere in luce le
                                                                               proprie doti.





















                        fu trovata nella valorizzazione dei rapporti di uguaglianza tra
                        gli stessi aristocratici. Il potere non fu più proprietà esclusi-
                        va di un unico individuo, ma un bene di tutti. Il potere fu po-
                        sto «in mezzo», «al centro». Nacque così in molte città gre-
                        che, tra l’VIII e il VII sec. a.C., una nuova forma di governo,
                        chiamata polis. Sembra che in questa evoluzione le comunità
                        greche dell’Asia Minore siano state più precoci: lì infatti, in un
                        ambiente estraneo, popolato da stirpi diverse, i gruppi greci
                        emigrati si ritrovarono più compatti e per sopravvivere valoriz-
                        zarono il principio di un’equa spartizione del potere.
                         Una nuova realtà Polis è una parola intraducibile (originariamente
                        significava «rifugio») che indicava l’unità inscindibile di città (quella
                        che i Greci chiamavano àsty) e di campagna (chòra), del centro urbano
                        e del suo territorio. Si trattava di un’unione insieme economica, sociale,
                        politica, culturale, il cui cemento era dato dai cittadini di pieno diritto. Nelle prime po-  π Giovane e cavallo, VI sec. a.C.
                        leis gli unici cittadini erano gli aristocratici, ma successivamente, come vedremo, la citta-  [vaso attribuito al pittore Euphronios,
                        dinanza si allargò anche ad altre categorie sociali.                               Museo Nazionale di Villa Giulia,
                                                                                                           Roma]
                        Questi cittadini erano i detentori di un potere collettivo, e quindi si autogovernavano. Gli
                        strumenti dell’autogoverno erano l’assemblea e i magistrati. Un raggruppamento più ri-  polis
                        stretto di cittadini era il consiglio, che preparava e guidava i lavori dell’assemblea.  La pòlis era una comunità che si
                        I cittadini potevano essere diversi per ricchezza, per posizione sociale, per origine ma,  autogovernava.
                        proprio in quanto cittadini, erano tutti uguali. Come membri della polis, le loro relazio-
                        ni erano giuridicamente relazioni tra simili, e si identificavano soprattutto in tre diritti: 1.  magistrato
                        quello di partecipare attivamente alla vita politica; 2. quello di militare nell’esercito; 3.  Nell’antichità il magistrato era un
                        quello di essere proprietari terrieri. Gli abitanti della polis che non godevano di questo  cittadino scelto con vari criteri, al
                                                                                                            quale veniva assegnata l’esecuzione
                        fascio di prerogative non erano cittadini, e ovunque i cittadini erano un numero molto  di determinati compiti d’interesse
                        più ristretto degli abitanti residenti.                                             pubblico.

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