Page 83 - Per la difesa dello Spiritismo
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APPARIZIONI DI DEFUNTI AL LETTO DI MORTE


                 Passando a considerare ciò che il Sudre ha da dire intorno ai
          casi delle «apparizioni di defunti al letto di morte», trovo ch’egli ha
          soppresso   la   prima   obbiezione   a   me   rivolta   allorché   fece   la
          recensione del mio libro, ed ha conservato la seconda, per quanto la
          seconda   risultasse   confutata   dalle   stesse   argomentazioni   che
          demolivano la prima. E’ vero che ora egli la ripresenta in veste
          mutata,   rendendola   più   intricata   e   più   generica,   con   ciò,
          probabilmente, lusingandosi di averla resa meno vulnerabile; ma in
          tal   caso   egli   s’inganna.   Questa   la   nuova   edizione   dell’antica
          argomentazione:
                 «Bozzano ha classificato tre gruppi di casi spontanei ch’egli
          considera ugualmente irriducibili... A noi non pare invece che... i casi
          delle   “apparizioni   dei   defunti   al   letto   di   morte”   resistano   alla
          interpretazione metapsichica. Se si vedono fantasmi al capezzale dei
          morenti, sono i morenti che presumibilmente li hanno creati. Essi
          hanno obbiettivato le immagini di persone care, che per lunghe
          tradizioni morali e religiose si rappresentano come soggiornanti in un
          ambiente ch’essi, a loro volta, si preparano a recarsi ad abitare.
          Anche nel caso che le loro facoltà coscienti siano abolite, il loro
          subcosciente può manifestare un’attività considerevole. Se gli esseri
          la cui immagine appare hanno abitato in quell’ambiente, le loro
          “traccie” psichiche possono concorrere a provocare il fenomeno.
          Bozzano dichiara che nella telepatia è il fantasma dell’agente che
          appare al percipiente, laddove qui si verifica il fenomeno inverso.
          Rispondo che qui più non si tratta di telepatia; e che i fantasmi
          visualizzati sono obbiettivi». (p. 357).
                 A proposito dell’ultima obbiezione, la quale, a sua volta, è la
          ripetizione dell’altra precedente, osservo che pare impossibile come
          il Sudre nell’intervallo di tempo trascorso, non siasi avvisto che nei
          casi della natura contemplata l’unica ipotesi che con qualche ragione
          potevasi far valere dagli oppositori, era proprio quella telepatica,
          sotto forma del pensiero dei presenti o degli assenti rivolto in quel


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