Page 91 - Un fisico in salotto
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È meglio il CD o il disco di vinile?
In sottofondo, mentre tutti stanno conversando, si può udire una musica che proviene
dal nuovo impianto stereo che il nostro ospite ci mostra con orgoglio. «Mi piace
ascoltare la musica – mi dice – anche se non ho molto tempo per farlo. Con i CD si
ha un’ottima qualità di ascolto anche se, per la musica classica della quale sono un
vero appassionato, sono molto meglio i dischi di vinile: il suono risulta molto più
morbido».
Questo è un pregiudizio molto diffuso. Un lettore CD è infinitamente migliore del
grammofono con la puntina, non c’è dubbio; tanto che si vogliano ascoltare
canzonette quanto la Sesta di Beethoven.
Il fatto è che un lettore CD riproduce con grande fedeltà ciò che è stato registrato,
mentre un grammofono con la puntina è comunque approssimativo anche se di ottima
qualità. Se questo può dare l’impressione di ‘morbidezza’, beh... è questione di gusti.
Il ‘segreto’ sta nel fatto che per il CD i suoni sono registrati e riprodotti in modo
digitale.
In altri termini, tutta l’informazione contenuta nel CD è fatta da una sequenza di bit
che corrispondono a zero o uno; a vero o falso; oppure, se preferite, a un ‘sì’ o a =un
‘no’. Non è ammesso il ‘ni’!
La rapidissima sequenza di ‘sì’ e ‘no’ si traduce nei suoni che possiamo ascoltare,
comodamente seduti in poltrona.
Cosa importante, ciò garantisce che la qualità acustica si mantenga inalterata nel
tempo: finché un ‘sì’ rimane un ‘sì’ (e così pure per un ‘no’, ovviamente) non
avviene alcuna alterazione, a differenza di quello che accade per la lettura analogica
di un disco di vinile. Questo, per l’inevitabile presenza di minuscoli granelli di
polvere o per il fatto che lo maneggiamo e rimaneggiamo tante volte, ci fa peraltro
ascoltare tanti fruscii fastidiosi.
Ma anche un CD è esposto alla polvere e al fatto che lo mettiamo e rimettiamo
tante volte. Perché non presenta i fruscii del disco di vinile? Per rispondere, vorrei
dirvi che i lettori CD esistono fin dal tredicesimo secolo! Sto scherzando,
naturalmente: ma non tanto! Si può infatti dire che la registrazione digitale, e relativa
riproduzione, è antichissima: risale ai primi carillons o, per arrivare a tempi più
recenti, al pianoforte a rulli.
Se mettete un rullo in questo strumento, potrete ascoltare una melodia esattamente
come è stata ‘registrata’ un secolo fa applicando opportunamente quei ‘bastoncini’ di
legno (si chiamano forse rebbi? Non lo so...) su un nastro di pelle o su un cilindro.
Ci saranno fruscii o altre cose del genere? Assolutamente no. Tutt’al più la qualità
del suono potrà essere determinata da quella dell’‘amplificatore’ che, nel nostro
caso, è la cassa armonica del pianoforte. Se anche i bastoncini sono un poco
consumati e impolverati, farà differenza?
Certamente, se nel corso degli anni parecchi bastoncini si sono spezzati, la musica
risulterà alterata; ma d’altra parte, chi ci vieta di spezzare in due un CD che non ci
piace o di dargli una bella ‘scartavetrata’?