Page 10 - Quel che una pianta sa
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PROLOGO
Il parallelismo fra i sensi delle piante e i sensi negli esseri
umani ha cominciato ad affascinarmi negli anni Novanta del
secolo scorso, quando ero ancora un giovane assegnista di ri
cerca alla Yale University. Mi interessava studiare un proces
so biologico specifico delle piante e che non avesse alcuna
relazione con la biologia umana (probabilmente, per reagire
al fatto che in famiglia c’erano altri sei dottori, e tutti in me
dicina). Perciò, mi attraeva indagare su come le piante usino
la luce per regolare il proprio sviluppo, e nel corso delle mie
ricerche1 ho scoperto un gruppo specifico di geni necessario
alla pianta per determinare se si trova esposta alla luce oppu
re al buio. Con mia grande sorpresa2 e contro ogni mia inten
zione, in seguito ho scoperto che lo stesso gruppo di geni fa
parte anche del DNA umano. Questo mi ha spinto a chieder
mi quale azione svolgano nelle persone questi geni apparen
temente “specifici delle piante”. Molti anni più tardi3 e dopo
svariate ricerche, ora sappiamo che questi geni non soltanto
si sono mantenuti sia nei vegetali sia negli animali, ma che in
entrambi i casi regolano (insieme ad altri processi dello svi
luppo) anche le risposte alla luce !
Mi sono reso conto, quindi, che la differenza genetica fra le
piante e gli animali non è così rilevante come credevo un tem
po, e ho cominciato a interrogarmi sui parallelismi fra le piante
e la biologia umana proprio mentre le mie ricerche passavano
dallo studio delle risposte alla luce da parte delle piante alla leu
cemia del moscerino della frutta. Ho scoperto che, pur se nes
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