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devono partecipare: il patentino per entrare nel giro delle
santificazioni, insomma, lo dà la Chiesa. Inoltre fino all’inchiesta
voluta da Francesco il controllo sui costi è stato minimo. E poca
attenzione è stata data ai possibili conflitti di interesse nel business
della tipografia, una delle voci più costose di ogni causa: l’unica
società che ha il monopolio per stampare i documenti da depositare
presso la Congregazione delle cause dei santi è la Nova Res srl a
piazza di Porta Maggiore, il cui pacchetto di maggioranza è in mano
alla famiglia dell’avvocato Ambrosi, che – secondo i dati della
Camera di Commercio di Roma – solo nel 2013 ha ottenuto dalla
Nova Res ricavi per 621 mila euro.
I controllori mandati da Francesco hanno puntato l’attenzione
anche sui movimenti contabili della causa di beatificazione di
Theophilo Matulio (il nuovo postulatore dichiara alla Congregazione
“di non possedere informazioni dettagliate sulle spese” del suo
predecessore), sul conto Ior della postulazione generale dell’Ordine
dei Minimi (dove il conto veniva usato anche per prestiti ad
personam), sugli investimenti finanziari di congregazioni
colombiane di Medellín transitati sui conti destinati, in teoria, ai
servi di Dio. “Per quanto attiene alle pratiche ricevute dalla
postulatrice Silvia Correale, si segnala che, nella loro generalità, le
cause in oggetto risultano particolarmente carenti di giustificativi e
di descrizioni, sia per le voci in entrata che per le voci in uscita,”
spiega Versaldi al prefetto della Congregazione Amato, richiedendo
pure “la documentazione a supporto delle uscite per un catering da
10 mila euro” necessarie alla beatificazione di François Nguyên van
Thuán; rilevando “le eccessive movimentazioni in denaro contante”
effettuate dal postulatore Paolo Vilotta per la canonizzazione di
Isabel Cristina Campos; e chiedendo “maggiori dettagli, in
particolare sulle voci in uscita” per la beatificazione di Eduardo
Francisco Pironio. “Infatti non risulta presente un bilancio che possa
in qualche modo dare un’idea dell’impiego delle risorse a
disposizione di tale causa che, sebbene definita ‘poverissima’ dalla
postulazione, in definitiva non appare poi così povera.” Ma il papa e
i suoi uomini si lamentano dell’assenza di fatture che comprovino le
spese e il lavoro svolto da postulatori, medici, traduttori ed esperti
vari. “Questa Congregazione constata che nel passato non era in uso
chiedere né fatture né ricevute e, pertanto, una documentazione