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MINÙ, LA GATTA LONGEVA
Era una specie di ciambelletta bianca arrotolata che quasi non si
vedeva, addormentata in mezzo alla strada ad Acilia, vicino Roma. Qualcuno
l’aveva abbandonata, oppure era nata così, on the road, e adesso non aveva più
nemmeno la mamma. Silvia, una bambina, si commosse: nonostante le perplessità
della mamma, gli occhi quasi chiusi da un’infezione e il respiro affannoso, la gattina
fu presa, messa in macchina e portata da un veterinario. Il responso non fu dei
migliori: aveva sì e no un mese e mezzo, una sorta di bronchite, era sicuramente una
femmina ma difficilmente sarebbe sopravvissuta. Vista la situazione fu portata a
casa, messa in una scatoletta di cartone e riempita di cure. Quando aprì gli occhi, di
un azzurro intenso, fu chiamata Minù, come la gattina degli Aristogatti: scoppiò un
amore intenso non solo con Silvia che aveva allora sette anni, ma con tutta la
famiglia.