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CASEY, DEPRESSO PERCHÉ
HA PERDUTO IL LAVORO
«Il gatto Casey era un gatto felice, la sua curiosità e la sua vivacità riempivano la
casa della famiglia Paul a cui esprimeva la sua gioia di vita con rumorose fusa». Tra
le tante storie che riempiono i siti internet dedicati al micio questa, tratta da www
gattoamico.it, è senz’altro la più curiosa e vale assolutamente la pena di raccontarla.
La vita della famiglia Paul ruotava intorno a un ristorantino di loro proprietà e il
micio faceva parte dello staff del locale perché amava accogliere i clienti e
accompagnarli al tavolo. Si lasciava coccolare e faceva le fusa.
Un brutto giorno, purtroppo, il ristorante fu distrutto da un incendio e i Paul
decisero di non riaprirlo più perché la ricostruzione era per loro troppo dispendiosa.
Immaginiamo la vita dei Paul nei convulsi giorni successivi alla perdita del loro
ristorante: pratiche burocratiche, problemi con le assicurazioni, nonché la necessità
di trovare un nuovo lavoro. E così fu solo quando ritornò un po’ di pace che la
famiglia si accorse che il gatto non era più lo stesso. Poche fusa, indolenza, quasi un
velo di tristezza negli occhi. Iniziò allora un giro frenetico di veterinari, che davano
sempre la stessa risposta: Casey è in perfetta forma, ha solo bisogno di più
attenzioni. Ma i suoi padroni gli davano lo stesso affetto di sempre, e non riuscivano
a capire perché il micio non tornasse il burlone di un tempo.
E qui arriva la parte straordinaria della storia, così come è raccontata sul web: i
Paul, consigliati da alcuni amici, decisero di rivolgersi a Samantha Khury, psicologa
e sensitiva felina, che riusciva a parlare con gli animali e a capire le loro necessità.
E pensate che stupore quando si sentirono dire: «Casey è depresso perché ha perduto
il lavoro. Perché è disoccupato». «Lavoro? Ma quale lavoro?», si domandò la
famiglia. Ma Samantha Khury non aveva dubbi: «Me l’ha detto il gatto». E così i
Paul, ma soprattutto Casey stesso, si misero alla ricerca di una nuova attività per il
micio. Che a quanto pare è riuscito a cavarsela da solo, trovando occupazione presso
la biblioteca del luogo: accoglie i lettori all’uscio, li introduce fra gli scaffali, tiene
loro compagnia. La sera, finalmente, da gatto lavoratore quale è, torna a casa stanco
ma soddisfatto. Ha riacquistato la sua vivacità, è affettuoso con i suoi padroni e ha
ripreso a far le fusa.