Page 84 - 101 storie di gatti
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                             MIUFI, LA GATTA


                             PORTINAIA





          Un gran collare di pelliccia bianca, occhi nocciola tagliati all’orientale, un’aria

          aristocratica. Questa è Miufi, una gattina che insieme al fratello – chiamato poi Leo
          per l’aria leonina – è stata abbandonata circa dieci anni fa in un condominio di via
          Nicotera nel quartiere Prati a Roma. Due gattini sperduti e bellissimi, spaventati a
          morte dagli altri gatti che vivevano nella stessa zona, curati da una gattara che tutti i
          pomeriggi dava loro da mangiare. Si erano ritagliati un piccolo spazio in un giardino
          e in una terrazza al primo piano dove aveva il suo studio un notaio, che in un certo
          senso li ha accolti e tollerati.

              I primi tempi per Miufi, e probabilmente anche per il fratello, furono
          difficilissimi. Mangiare era complicatissimo: dovevano litigare con rivali agguerriti
          e abituati a prevalere, mentre loro, che avevano sempre vissuto in una famiglia, si
          tenevano educatamente da parte e aspettavano che gli altri finissero. Ma il cibo,
          sempre molto abbondante e ben spartito, fece sì che in qualche modo potessero
          sopravvivere. Per Miufi, però, il freddo invernale era un grave problema. Infatti,

          dopo una settimana dall’abbandono contrasse una brutta influenza. Per fortuna, la
          gattara chiamava ogni pomeriggio tutti i mici per nome e si accorse in tempo delle
          condizioni di Miufi: la micia riuscì a superare il brutto momento grazie al ricovero
          di una settimana presso un veterinario pagato dalle persone del condominio più
          interessate alla vicenda.
              Per lungo tempo restò sempre un po’ fragile: nessuno, però, è più riuscito a
          prenderla per portarla da un veterinario. Quindi solo con telefonate a un bravo

          medico e con tentativi di antibiotici o eventuali medicine necessarie si è riusciti ad
          andare avanti negli anni.
              E quando nei mesi successivi arrivò una terribile tramontana, lei e suo fratello
          furono per qualche giorno accolti in un appartamento del condominio. Cosa che si
          verifica ancor oggi quando fa troppo freddo, anche se lei fra la terrazza del notaio e
          giardini deve aver ormai trovato un ottimo rifugio per quando piove: almeno è

          difficile che si presenti all’ingresso bagnata.
              E purtroppo ora è sola, perché Leo è morto. Passato lo smarrimento iniziale e
          una volta abituata al luogo, Miufi è invece diventata – in un certo senso – la portiera
          del palazzo. Sta tutto il giorno, a parte quando dorme sul sellino di qualche motorino
          o quando sparisce nel suo rifugio segreto, all’ingresso della palazzina.
              Non c’è persona che arrivi che non venga accolta dal suo miagolio e
          accompagnata all’ascensore o ai primi scalini dell’ingresso. E non c’è nessuno che

          non dica: «Quant’è bella! Ma di chi è?». Ma lei appartiene a se stessa e al
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