Page 87 - 101 storie di gatti
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                             MORGANA, ALLATTATA DAL


                             PASTORE TEDESCO E AMICA


          DEI CANI





          Il veterinario aprì la porta del suo studio. Era un primo pomeriggio di primavera

          inoltrata e a quell’ora via della Balduina, sempre piena di gente, era ancora
          addormentata. Massimo, medico degli animali molto conosciuto a Roma, pensava
          che lo aspettasse la solita giornata. Ma appena alzò la saracinesca capì che non
          sarebbe stato così. Un flebile miagolio attirò la sua attenzione. Qualcuno, durante

          l’intervallo del pranzo, aveva gettato nell’ingresso del suo studio dei gattini appena
          nati, qualcuno che forse non aveva altre possibilità. A Massimo bastò una rapida
          occhiata per capire che la situazione era disperata. I gattini dovevano essere nati da
          poche ore e avevano bisogno di essere allattati urgentemente. Ma non solo: si
          doveva in continuazione massaggiare loro la pancia perché potessero digerire il
          latte, bisognava tenerli al caldo e vegliare su di loro senza alcuna distrazione. Lui di

          certo non avrebbe potuto. Così decise di ricorrere all’aiuto di una signora che
          conosceva bene: Lucilla, grande amica degli animali, che però aveva preso da poco
          in casa un pastore tedesco – Frida – dal carattere non facile. Anzi Frida aveva
          deciso, appena arrivata da Prato, dove era nata, che la sua famiglia erano la signora
          Lucilla con il marito e i quattro figli: le persone che aveva conosciuto non appena
          varcato l’appartamento romano. Con tutti gli altri era meglio stare in guardia,
          abbaiare ed eventualmente tentare di mordere, compresi fidanzati e fidanzate dei

          ragazzi. I gatti, poi, erano i suoi nemici giurati.
              Per questo Lucilla ci pensò su prima di accogliere la richiesta di Massimo.
          Pensava che Frida non l’avrebbe bene accettata. Tuttavia decise di tentare. E poiché
          nessuno aveva tempo, affidò il nuovo arrivato alla figlia, studentessa universitaria
          che in quel momento stava preparando gli esami e quindi stava molto in casa.
              Il gattino arrivò: venne comprato il latte in polvere da somministrargli in

          continuazione con il contagocce; gli fu messa accanto una bottiglia di acqua calda e
          con una fascia venne legato alla vita della ragazza, in modo che Frida non si
          avvicinasse. Dopo due giorni di latte con il contagocce, la gattina, poiché si scoprì
          che era una femmina, dimostrò di avere una gran voglia di vivere. Ma anche Frida,
          accoccolata sotto la scrivania, dimostrò di voler bene alla nuova venuta dandole una
          lunga leccatina. Un gesto inaspettato che spinse la famiglia a tentare l’impossibile:
          accostare quel batuffolo bianco e grigio al cane. E quale non fu la sorpresa nel

          vedere che non solo Frida l’accettava, ma tentava anche di allattarla! Il gattino si
          accostò e per una sorta di miracolo della natura (ma il veterinario rassicurò che
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