Page 81 - 101 storie di gatti
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                             HAMLET, SEICENTOMILA


                             CHILOMETRI IN AEREO





          Mi hanno definito il gatto più “giramondo” che sia mai esistito. Ho percorso più

          di seicentomila chilometri in aereo! E non mi sono per nulla divertito, anzi, la paura
          è stata moltissima.
              Mi chiamo Hamlet, e vi racconto la mia storia. Tutto è iniziato quando mi hanno
          messo in un trasportino e la famiglia nella quale vivevo, e che amavo moltissimo, mi
          ha portato su un aereo che partiva da Toronto: ovviamente io non sapevo cosa stesse
          accadendo, che cosa fosse quella strana macchina e che ne sarebbe stato di me.
          Sapevo solo che stavo molto scomodo nella gabbietta in mano alla mia padroncina e

          che non vedevo l’ora di uscire. Mi trovavo sotto un sedile piuttosto grande accanto
          alla mia famiglia, ma c’era un rumore assordante e mi sentivo proprio soffocare.
          Così alla fine ho aperto la gabbietta, mi sono sgranchito le zampe e ho fatto qualche
          passo in quello strano luogo. Quel che era certo è che il posto in cui mi trovavo
          offriva tutta una serie di bei nascondigli, e così me ne sono potuto andare
          tranquillamente di qua e di là.

              Poi non so bene cosa è successo. O la mia famiglia non si è accorta che il
          trasportino era troppo leggero, oppure mi hanno cercato a lungo e forse hanno
          pensato che ero riuscito a scappare dalla scaletta di quella strana macchina chiamata
          aereo. Io invece me ne stavo solo mezzo tremante dietro una porta di metallo, non
          sapendo e non capendo quale sarebbe stato il mio destino. Alla fine mi hanno
          lasciato in pace, non mi sono sentito più chiamare e sono rimasto lì.
              Mi hanno poi fatto capire che sono rimasto ben nascosto molto a lungo: sette

          settimane, quasi 50 giorni. Non so come ho fatto a sopravvivere, anche perché
          procurarsi il cibo e l’acqua è stato difficilissimo. Riuscivo a farlo solo quando
          nessuno mi vedeva, e poi terrorizzato tornavo al mio nascondiglio. Sono,
          ovviamente, dimagrito moltissimo. Quando mi hanno trovato è stata quasi una
          liberazione. Non ce la facevo più: sette settimane senza le persone alle quali ero
          abituato e senza carezze.

              Quando alla fine mi hanno scovato dietro il pannello dove mi ero ben
          mimetizzato non sapete che feste! Mi hanno nominato anche il re dei frequent flyers
          felini con i miei seicentomila chilometri sulle spalle. Ma da allora ogni volta che
          vedo un trasportino sono terrorizzato. Quello che ho imparato è che non cerco più di
          aprire la porticina e uscire. Anche perché penso che tutti sappiano che per un gatto
          un viaggio in aereo è proprio difficile, soprattutto perché le nostre orecchie mal
          sopportano il rumore, gli sbalzi di altezza e lo stare al chiuso tante ore. Per fortuna

          per me oggi è finita, e sono tornato sano e salvo sulla terra.
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