Page 24 - 101 storie di gatti
P. 24

12.



                             SAPHIR, DA ISTANBUL A


                             PARIGI





          Un bel pelo bianco, due grandi occhi celesti. Questa è Saphir, un meraviglioso

          gatto d’angora dal manto soffice e leggero, originario della Turchia (dicono che il
          termine “angora” derivi da Ankara), che nei primi decenni del Seicento lasciò a
          bocca aperta gli europei. Saphir arrivò da Istanbul, dopo un lungo viaggio in nave
          fino alla Francia e poi via terra fino a Parigi. Ma, nonostante le peripezie e i lunghi
          giorni costretta al chiuso senza poter correre, Saphir dimostrò di aver superato bene
          la prova: incantò prima i francesi, poi gli italiani, e portò in regalo al vecchio
          continente un’affascinante leggenda del suo paese. I turchi credono, infatti, che alcuni

          gatti, come quelli d’angora, siano “gatti del desiderio”: hanno il potere di far
          avverare i desideri che gli vengono sussurrati all’orecchio dalle persone che essi più
          amano.
              I francesi ci misero un po’ a credere a questa leggenda, ma ammirarono subito
          quel gatto dal pelo bianchissimo e gli occhi color dello zaffiro (la pietra della quale
          porta il nome) e si innamorarono perdutamente della sua vivacità e dei suoi modi

          seducenti. Saphir approdò in Francia grazie a una ricca famiglia di diplomatici che
          con lei riportò anche un esemplare maschio, in modo che potesse riprodursi.
          Nonostante fosse abituata alla vivacità di Istanbul, Saphir si adattò facilmente alla
          vita domestica: la casa dove stava era grande, aveva con chi giocare. Certo ogni
          tanto ripensava alle scale e alle rovine della sua città natale, dove quelli come lei
          scorrazzano liberamente per i vicoli e i negozi del gran bazar, rimediando sempre
          qualcosa da mangiare.

              A Parigi, invece, la misero a dieta. Stava diventando troppo grassa e non era più
          agile come prima. Ma fosse stato per Saphir avrebbe gustato di tutto, come per le
          strade di Istanbul, e molto volentieri. Un piccolo problema, questo della gola, che ha
          lasciato ai suoi discendenti nati in Europa. Come lei, infatti, tutti i gatti d’angora
          sono di buon appetito e rischiano costantemente di ingrassare: vanno perciò tenuti un
          po’ sotto controllo, soprattutto perché sono di ossatura minuta.

              Saphir ebbe dei figli, belli e bianchissimi come lei. La famiglia che l’aveva
          portata a Parigi dette i gattini alle famiglie più nobili e ricche e due sue discendenti
          finirono addirittura a corte: la regina Maria Antonietta aveva perso la testa e il cuore
          per quelle dolci e allegre gattine dal pelo morbidissimo, tanto che, quando scoppiò
          la rivoluzione, le mandò in America per salvarle, affidandole a un uomo di sua
          fiducia che stava per imbarcarsi. Ma lei, come sappiamo, non le raggiunse mai.
              E c’è stata anche una disputa sul suo colore: più di tre secoli dopo, infatti, si aprì

          una lunga discussione fra esperti. Alla fine, nel 1970, si decise che solo i gatti con il
   19   20   21   22   23   24   25   26   27   28   29