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GRIMALKIN E
NOSTRADAMUS
Anche il famoso profeta Nostradamus, vissuto nella prima metà del Cinquecento,
ebbe un gatto. Anzi una gatta, considerato il nome: Grimalkin. Un appellativo che non
era proprio un complimento, perché secondo i linguisti significa nient’altro che
“vecchia gatta”. Il termine deriverebbe, infatti, dall’unione tra la parola grey
(“grigio” in italiano, quindi dai capelli grigi e avanti negli anni) e la parola malkin,
vocabolo arcaico che significa “gatto”. Quel che è certo è che il nome Grimalkin ha
avuto un certo successo: William Shakespeare nel Macbeth ha nominato così il gatto
della strega, e l’istitutrice-strega nel novecentesco romanzo Il Folk di mezzanotte di
John Masefield ha due familiari di nome Greymalkin e Blackmalkin, tanto per fare
qualche esempio.
Non ci sono prove, ma si racconta che Nostradamus fosse assolutamente convinto
del detto che i gatti hanno sette vite. Pertanto, essendo un grande appassionato e
studioso del futuro, spesso interrogava la micia accovacciata accanto a lui prima di
scrivere le sue famose quartine che si cerca ancora oggi di interpretare. «Che ne dici
Grimalkin, accadrà qualcosa di rivoluzionario qui in Francia, nel paese dove adesso
viviamo, tra circa duecento anni, nel 1789? Vedo una grande confusione e vedo
molto dolore per il re e la regina che saliranno addirittura sul patibolo. Tu lo
dovresti sapere, perché sarai solo alla tua terza vita». E la “vecchia gatta” con il suo
miagolio o con un cenno della testa rispondeva confermando. Una scena ricreata con
un po’ di immaginazione, ma secondo gli appassionati del profeta, medico e
matematico francese, tra le sue predizioni più sicure figurano la Rivoluzione
francese, la bomba atomica, l’ascesa al potere di Adolf Hitler e perfino l’attacco al
World Trade Center a New York dell’11 settembre. Anche se gli scettici al
contrario, affermano che queste predizioni sono ambigue, perché le quartine del
medico francese spesso si prestano a diverse interpretazioni.
Grimalkin paziente, oltre a miagolare quando aveva bisogno di cibo (come tutti
gli scienziati anche il nostro aveva spesso la testa fra le nuvole) o quando doveva
confermare o smentire gli interrogativi grazie alle sue vite future, lo seguiva anche
nei suoi numerosi viaggi attraverso la Francia e l’Italia. Ma il suo posto preferito era
Montpellier dove Nostradamus aveva studiato e insegnato, seguito da Agen, in
Aquitania, sempre nel sud della Francia, dove si era sposato ed aveva avuto due
figli. Purtroppo, però, sia la moglie che i figli del profeta morirono molto presto,
probabilmente per la peste che allora flagellava l’Europa, e contro la quale non
poterono nulla né le doti profetiche né la “pillola rosa” (di questo colore per l’alta
dose di vitamina C) che era stata da lui creata come palliativo proprio contro la