Page 23 - 101 storie di gatti
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Il re e il suo ospite trascorrevano intere giornate a cacciare e pescare e un bel
giorno di primavera, mentre stavano addestrando un falco, Leif notò qualcosa fra gli
alberi: «Ma che animali sono questi?», esclamò. «Gatti delle foreste», rispose il re.
«Sono molto agili perché possiedono un’unghia in più». Leif ne fu subito affascinato
ed entusiasta e così il re decise di regalargliene uno. Il giovane vichingo ripartì
verso la Groenlandia in compagnia di una bellissima micia e durante il viaggio in
nave scoprì che il felino, oltre a essere un agile arrampicatore, era anche un abile
cacciatore di topi. La cosa più difficile fu addomesticarla, perché cresciuta libera
nelle foreste, la gattina viveva con difficoltà in mezzo agli uomini e soprattutto su una
imbarcazione. Leif rimase due anni insieme alla sua gatta norvegese, con cui iniziò a
stabilire un profondo rapporto di complicità. Un giorno, però, decise di ripartire
verso una terra di cui aveva sentito favoleggiare dall’amico Bearne, che l’aveva
scorta verso ovest. Sempre le cronache narrano che nella primavera del 1002 i
Vichinghi lasciarono la Groenlandia portando con loro il grano, l’idromele e la
nostra gatta, insieme ad altri bei micioni che nel frattempo erano nati. Navigarono tre
mesi attraverso le acque dell’Atlantico settentrionale prima di risalire un fiume per
approdare in una terra lussureggiante che chiamarono Vinland. Ma il posto si rivelò
pericoloso per gli esploratori nordici, che decisero di ripartire. La nostra gatta, però,
non tornò indietro. Rimase in quella nuova terra, tra le foreste del Maine da cui prese
il nome, e chissà che non abbia dato origine alla razza Maine Coon che si dice
discenda dai gatti norvegesi delle foreste.