Page 17 - 101 storie di gatti
P. 17
8.
FEBE, LA GATTA NERA
DELLE STREGHE
Con la fine dell’Impero romano e l’arrivo del Medioevo, i gatti furono associati a
ogni sorta di malefici e diavolerie, furono considerati fedeli compagni di streghe e
fattucchiere, e coinvolti sempre in tutto quello che aveva a che fare con la magia. Si
racconta, addirittura, che le streghe amassero trasformarsi in gatte. Ci racconta
Duchaussoy nel suo Bestia ire divine: «Quando i rituali e i culti lunari furono
ufficialmente abbandonati e relegati al rango di stregoneria, il gatto nero immagine
della notte buia in cui brillava la divina Febe, divenne il compagno classico delle
streghe». Dura, dunque, la vita per una gattina, che vogliamo chiamare Febe, come il
nome della figlia di Urano che simboleggia la luna, e che è vissuta ben prima
dell’anno Mille. Occhi gialli e pelo scurissimo, nero appunto, poteva uscire di casa
solo di notte insieme alla sua padrona dal cappuccio a punta e dal vestito dello
stesso colore del suo mantello. Camminavano nei boschi, ma dovevano sempre
guardarsi intorno: qualcuno pronto a additarle come streghe era sempre in agguato.
Febe amava in modo particolare la luna blu, quella piena. Con questo nome, ancor
oggi, si chiama generalmente la seconda di due lune piene nello stesso mese. La luna
blu era considerata molto potente, quindi veniva associata agli incantesimi, e presto
venne chiamata “luna delle streghe”. Così, quando Febe usciva, cercava di
mimetizzarsi, di stare vicino a qualche amico gufo che con i suoi poteri avrebbe
potuto proteggerla, e soprattutto non si allontanava mai dalla sua padrona. A lei è
andata bene, non l’hanno messa al rogo come milioni di esemplari della sua razza. E
se fosse vissuta oggi in Inghilterra o in America sarebbe stata vendicata. In quei
Paesi adesso le gatte nere portano fortuna: anzi, ci si bacia sotto una “gatta nera”!