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conosceva gli aculei, e decise di mettere in atto il solito atteggiamento spavaldo. Lo

guardò inarcando la schiena, gonfiando la coda e iniziando a soffiare: ma l’istrice
non indietreggiava, sembrava solo incuriosito da tutta quella messa in scena.
Godzilla, invece, voleva a tutti i costi sfidare quel buffo animale che intralciava il
suo sentiero: lo voleva prendere, anche se con tutte le spine era il doppio di lui.
L’istrice a quel punto si mise in difesa e si gonfiò improvvisamente fino a
conficcargli due lunghi aculei nel ventre. A quel punto Godzilla scappò e dovetti

portarlo dal veterinario per fargli togliere le spine. Dormì tutto il giorno e tutta la
notte, io invece, vegliandolo, disegnai la mia storia più bella: Godzilla e l’istrice.