Page 123 - 101 storie di gatti
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                             IL GATTO GODZILLA





                             Mi chiamo Luca, di professione disegno cartoni animati. Quando

          mi regalarono un piccolo gatto con un pelo irsuto e completamente nero, decisi di
          chiamarlo Godzilla, come uno dei miei super eroi animati. Ma allora non

          immaginavo che quel nome si sarebbe rivelato così adatto. Non avevo mai avuto
          gatti e i neri in particolare non mi garbavano. Ho ereditato da mio padre la passione
          per la caccia, e quando i miei cani inseguivano un gatto, che prontamente si dava alla
          fuga e si arrampicava su un albero, mi sentivo soddisfatto di loro. Prima di pentirmi
          amaramente per questo mio comportamento, pensavo che i gatti fossero privi di
          carattere e incapaci di stabilire un rapporto personale.
              Ma poi, nelle lunghe ore passate al tavolo da disegno, imparai ad amare il mio
          piccolo Godzilla, che con il tempo divenne anche una mia grande fonte di

          ispirazione. Al punto che pensai di renderlo protagonista delle mie storie: il piccolo
          Godzilla contro il Supertopo Cheese, oppure Godzilla alla caccia dell’elefante… e
          così via; un po’ sognavo e un po’ provavo a disegnare, finché non decisi di portarlo
          nella mia casa di campagna perché in quella di Treviso il micio era sempre solo.
              Ero un po’ preoccupato però, perché il piccolo capanno di caccia nel quale mi

          rifugiavo era circondato da un terreno recintato abbastanza grande dove vivevano di
          solito i miei quattro cani da caccia. Non riuscivo a immaginare cosa sarebbe potuto
          succedere quando sarebbe apparso il Nero. Arrivai, scesi dalla macchina e i cani mi
          corsero subito incontro: avevano sentito il gatto, che per fortuna era chiuso nel suo
          trasportino: Il nero li guardava uno per uno con lo sguardo fiero e coraggioso. Entrai
          nel capanno e lo liberai. I cani volevano entrare, decisi a quel punto di fare entrare il
          capo branco Arno: i due si guardarono senza alcun timore, si avvicinarono e il cane

          iniziò a leccarlo, intenerito dal cucciolo. Più tranquillo, dopo un po’ feci entrare gli
          altri tre, lasciando per ultima Lilla, la segugia.
              Dopo poco, l’atmosfera dentro il capanno era diventata serena, il nuovo arrivato,
          incuriosito, visitava quel luogo nuovo e familiarizzava con i quattro. A un certo
          punto Godzilla si avventurò nel vasto giardino e mentre ispezionava l’area, la
          segugia cercò di aggredirlo: lui, però, prontamente si arrampicò su una quercia per

          poi decidere di scendere e affrontarla. Alzò il pelo nero e agitò le unghie affilate. Da
          quel momento tutti compresero che Nero era un gatto di carattere e disprezzava il
          pericolo. All’inizio andavo con il gatto su e giù tra la campagna e la città, ma quando
          iniziò il bel tempo, al momento di ritornare in città, Nero non si faceva trovare, con
          un balzo scavalcava la recinzione e andava nel bosco a nascondersi.
              Capii allora che era giusto lasciarlo lì, libero di scorrazzare nel verde. Un giorno
          attraversando il bosco incontrò un istrice: non ne aveva mai visto uno, non
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